Marzo 2024, Ujen. Nei manuali di storia militare il nome di questa città sarà per sempre associato alla prima battaglia dei cyborg. Inutile cercarla sulle mappe. Per trovarla bisognerebbe infatti entrare nella base di Fort Irwin in California dove il mese scorso l’esercito degli States ha condotto un’esercitazione per testare l’impiego dei robot in un possibile contesto bellico urbano. A darne conto è la rivista Foreign Policy in un'analisi che chiarisce come il prossimo conflitto a cui prenderanno parte gli americani - sia esso tra le sabbie del Medio Oriente o tra gli atolli nel Pacifico - potrebbe non essere combattuto da soldati in carne ed ossa. O almeno non unicamente.
Per la verità durante la simulazione classificata come “Project Convergence” non hanno trovato spazio robot degni di film di fantascienza come Terminator. Le macchine adoperate non erano dotate della vista periferica o della capacità di voltarsi verso destra o sinistra. Tanto meno si è trattato di dispositivi autonomi. Eppure, i progressi fatti dal Pentagono sono comunque impressionanti. Non è poi un caso che l’esercitazione si sia svolta nella base californiana nella quale Washington, almeno dal 2014, si prepara ad eventuali conflitti contro la Russia o la Cina.
Dopo l’avanzata di droni e robot su otto ruote o quadrupedi che hanno condotto ispezioni di casa in casa pronti a fare fuoco contro il nemico nella finta città di Ujen, la fanteria Usa deve riscrivere il suo storico motto, “non sparare sinché non vedi il bianco dei loro occhi”. Gli stessi militari americani riconoscono un certo senso di spaesamento nel pensare di colpire un obiettivo che non è vulnerabile ai proiettili come un essere umano. I generali, riflettendo sulle migliaia di morti nelle guerre in Afghanistan e Iraq, sperano però che, qualora ce ne fosse bisogno, il progresso tecnologico possa permettere di inviare dei robot sulla linea del fronte senza mettere a rischio la vita di giovani soldati.
C'è da dire che per il momento l’esercito Usa non sembra intenzionato a rimpiazzare del tutto la fanteria con dei cyborg. Si pensa piuttosto a battaglioni misti in cui esseri umani combattano al fianco di robot anche se le tempistiche per raggiungere tale obiettivo non sono ancora note. Ben più imminente potrebbe essere invece il momento in cui i droni saranno in grado di proteggere le truppe americane a terra dagli attacchi degli avversari.
Ad ogni modo, l’America mira a raggiungere un vantaggio nel campo della robotica militare battendo sul tempo russi e cinesi. A tal riguardo, il conflitto in Ucraina e la tipologia di attacchi eseguiti dalle due forze contrapposte stanno dimostrando l’importanza di controllare lo spazio aereo attraverso i velivoli senza pilota, molti dei quali in grado di attendere per ore prima di colpire o di esplodere una volta raggiunto il target.
Per vincere le guerre del domani gli States puntano dunque a diventare quanto prima più piccoli e agili grazie al supporto dei robot. Ma cosa ne pensano al Pentagono delle paure suscitate dall’inevitabile avanzata di un esercito di macchine? Le alte sfere del dipartimento della Difesa non si dicono preoccupati dalla possibilità che dei cyborg killer prendano il sopravvento.
Se mai, a spaventare è uno scenario in cui il nemico riesca ad ottenere il controllo dei robot-soldati a stelle e strisce. Tutte ipotesi che un tempo avremmo immaginato di vedere solo al cinema e che invece in un prossimo futuro potrebbero diventare pericolosamente reali.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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