Dazi e Difesa nell'incontro di Meloni con Trump, Fazzolari: "Viaggio ricco di insidie"

Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, alla presentazione dell'ultimo libro di Alessandro Sallusti, ha sottolineato che "Meloni può avere maggiore facilità a parlare in modo chiaro per trovare un accordo conveniente per entrambi"

Dazi e Difesa nell'incontro di Meloni con Trump, Fazzolari: "Viaggio ricco di insidie"
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Il tema dei dazi americani è di estrema attualità. Le iniziative intraprese dall'amministrazione di Donald Trump hanno sconvolto il mercato economico mondiale, con ripercussioni anche sull'Italia ma è necessario osservare la situazione da tutti i punti di vista possibili per avere una visione complessiva. "È un viaggio ricco di insidie perché le dichiarazioni Usa fanno pensare a una politica protezionistica che danneggerebbe molto l’Italia. Non so quanto possa essere vantaggiosa per gli Usa, ma per l’Italia e l’Ue potrebbe essere molto pericolosa", ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Giovanbattista Fazzolari, alla presentazione del libro "L'eresia liberale" di Alessandro Sallusti a Roma.

Nei prossimi giorni, esattamente il 17 aprile, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si recherà a Washington per un colloquio con Donald Trump e tutti gli occhi d'Europa saranno puntati su di lei. "Dobbiamo ricondurlo a quello che è: un incontro bilaterale Italia-Usa, ed è giusto e doveroso che questo avvenga. Gli Usa sono il principale partner militare per l’Italia e uno dei principali partner economici", ha proseguito Fazzolari, spiegando che un bilaterale è naturale quando si insedia un nuovo Presidente a Washington. "Meloni e Trump si sono già incontrati, ma questo è il primo vero incontro bilaterale. Gli argomenti saranno molti: gli investimenti reciproci, di cui già molti in essere, e ovviamente la grande partita dei dazi che per l’Italia è qualcosa di fondamentale", ha detto ancora. Il premier italiano va negli Usa senza una mandato dell'Ue, ma "i rapporti personali sono fondamentali per le grandi scelte politiche ed economiche". Da parte dell'Ue è normale che ci sia un interesse, perché "Meloni può avere maggiore facilità a parlare in modo chiaro per trovare un accordo conveniente per entrambi. È la fase in cui rimanere lucidi e tranquilli, gli interessi occidentali sono unici".

L'altro fronte aperto, oltre quello dei dazi, è la Difesa. I confini esterni dell'Europa sono presidiati anche dai soldati americano che operano sotto l'ombrello della Nato ma, prima o poi, come ha spiegato il sottosegretario, "la storia porta il conto. Che gli Usa ponessero il problema della difesa dell’Europa era prevedibile e la destra italiana lo dice da sempre". Non esiste, ha proseguito Fazzolari, "libertà e indipendenza se qualcun altro si fa carico della tua difesa. Non abbiamo avuto nessun problema a dire che l’Italia doveva aumentare le spese in difesa. Farsi carico della nostra difesa è nel nostro programma di centrodestra". Il nostro Paese "vuole rispettare gli impegni internazionali sulle spese in difesa: l’Italia arriverà al 2% del Pil già nell’arco del 2025. L’Italia vuole farsi carico di realizzare finalmente la colonna europea della Nato di pari forza di quella statunitense". Se non si riuscirà a raggiungere questo obiettivo, ci sarà sempre l'influenza degli Usa.

Proprio in questa ottica, escludendo che "la Germania voglia riprovare a unificare il Continente con la forza", il sottosegretario crede che "oggi il riarmo tedesco sia un valore aggiunto per l'intero continente e non un pericolo per i vicini".

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