«Arriviamo, arriviamo! La Guardia costiera italiana deve avvicinarsi così ci aiuterà e, in sei ore, saremo a Lampedusa», annuncia un gruppetto di giovani sudanesi pronti a tutto. Qualcuno ha già provato «due o tre volte ad attraversare il mare, ma andiamo verso il bel tempo e questa volta riusciremo a sbarcare in Italia». Da giorni non arrivano barchini dalla Tunisia, ma oggi le condizioni del mare migliorano e ci si aspetta un'ondata. Uno dei Caffè di El Amra, affollato di migranti che guardano una partita di calcio in tv, sembra un pezzo d'Africa a sud dell'Equatore. I sudanesi sono di casa. La cittadina, quaranta chilometri a nord di Sfax, è il nuovo bivacco dei migranti e hub delle partenze verso Lampedusa. La costa, a un pugno di chilometri, è il punto più breve della rotta verso l'Italia, solo ottanta miglia. A metà settembre 2023, le forze di sicurezza tunisine hanno rastrellato i migranti dal centro di Sfax spostandoli a El Amra. In pochi giorni, colonne di minibus li hanno trasferiti in massa. Lungo l'unica strada asfaltata si incrociano a intermittenza piccole file di migranti in cammino che chiedono acqua. El Amra sembra invasa da una massa nera, che occupa i caffè per ricaricare i telefonini e per contattare i trafficanti presenti sui social con veri e propri avvisi promozionali. «Questo battello è pronto a partire con un motore Yamaha. Ho bisogno di trentacinque africani. Per ulteriori informazioni contattami in privato», scrive un passeur del mare.
TALEBANA TRA I TALEBANI
La teutonica capitana (Carola Rackete, Ndr) getta la maschera e ammette che la sua missione non era solo umanitaria, ma virando il timone sulla linea di collisione con il governo, voleva affondare il decreto sicurezza di Salvini, allora ministro dell'Interno. (...) Nonostante la strada spianata verso scarcerazioni e archiviazioni Carola, però, non si fida ancora della giustizia italiana. All'immancabile domanda sulla paura dopo l'arresto risponde: «La vicenda giudiziaria poteva andare in tutte le direzioni, anche le più imprevedibili. Visto ciò che è successo in seguito a Mimmo Lucano, e mi riferisco alla sua scioccante condanna, facevo bene a essere preoccupata». Il Rackete pensiero è semplice: se sostieni di fare del bene e violi le leggi sei innocente a prescindere, anche se un tribunale scopre di tutto e di più, come nel caso Lucano. Nel 2024 la Corte d'Appello di Reggio Calabria ha comunque cancellato con un colpo di spugna la condanna di Lucano. Il 27 giugno 2024 una foto immortala, il primo giorno a Strasburgo, di un trio d'eccezione di neo parlamentari europei: Ilaria Salis, Mimmo Lucano e Carola Rackete.
L'ASSE ONG-GIUDICI
La «guerriglia» giudiziaria si salda con le Ong del mare, che promettono battaglia. L'accordo Italia-Albania è un «attacco sferrato al diritto d'asilo» denuncia Medici senza frontiere. «L'obiettivo - spiega l'associazione umanitaria - non è più solo quello di scoraggiare le partenze, ma di impedire attivamente alle persone in fuga e a chi viene soccorso in mare di accedere in modo rapido e sicuro al territorio europeo, aggirando così gli obblighi di protezione e soccorso sanciti dal diritto internazionale e dalle Convenzioni Ue».
(...) Mission Lifeline, talebani dell'accoglienza tedeschi, hanno annunciato di volere raccogliere informazioni in Albania sui centri italiani bollati da Martin Kunze come «campi di deportazione». L'appello alla mobilitazione è rivolto anche alle Ong del mare oltranziste Sea Watch, Sos Humanity e ResqS. Le vedette dei No Cpr, che sono già andate in avanscoperta attorno al centro per i rimpatri di Gjader, riportano in rete: «Dalle informazioni raccolte la popolazione (...) è per lo più contraria all'opera: c'è chi la vede come una svendita del paese ad un atto di colonialismo fascista e razzista e chi (...) come occasione per l'arrivo non gradito di persone migranti a disturbare la zona».
Gli apparati di controllo fanno sapere che «gli antagonisti vorrebbero coinvolgere pure i loro omologhi albanesi, che sono ancora più violenti, ed eurodeputati di «lotta» come Ilaria Salis. Stanno attendendo il trasferimento dei primi migranti in Albania per scatenare le proteste».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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