Non c'è un attimo di pace per il governo. Dopo le polemiche su plastic e sugar tax, oltre alla tassa sulle auto aziendali (bocciate non tanto dalle opposizioni, quanto piuttosto da Confindustria e soprattutto Corte dei Conti), ora l'esecutivo si prepara alla discussione in Parlamento della manovra. La sensazione, in attesa dell'ultimo giorno di audizioni prima dell'inizio del dibattito vero e proprio, è che per Conte sarà un Vietnam. Con il napalm lanciato in dosi abbondanti anche dalle forze che sostengono la maggioranza, ognuna delle quali disposta a tutto pur di incidente sul contenuto della legge di bilancio.
In tutto, sono già stati presentati un migliaio di emendamenti al decreto fiscale collegato alla manovra, proposte finalizzate a migliorare e correggere il testo del decreto attualmente all'esame della commissione Finanze della Camera. L'emendamento che ha fatto più discutere è a firma Italia Viva. In sintesi, chiede il ripristino dello scudo penale per Arcelor Mittal. Ipotesi bocciata con forza dalla frangia del Movimento 5 Stelle più favorevole alla chiusura di Ilva e rappresentata dall'ex ministro Barbara Lezzi ("Lo scudo? Non lo voterò").
Ilva, però, è solo uno dei tanti terreni di scontro nella maggioranza. Blocco degli aumenti delle tasse locali, Iva agevolata (10%) sugli assorbenti, moratoria sui seggiolini anti-abbandono e rottamazione degli avvisi fiscali alcuni dei temi che rischiano di mettere in difficoltà il governo. Alle prese, a partire dal 13 novembre, con un percorso a ostacoli che comincerà con le dichiarazioni di inammissibilità delle proposte presentate. Senza contare poi la difficoltà di trovare le coperture per quelle che passeranno. Ma andiamo con ordine. Ecco un elenco, stilato dal Sole 24 Ore, dei principali emendamenti al decreto fiscale.
Cominciamo dalla moratoria sui seggiolini anti-abbandono, il cui obbligo è stato introdotto in tempi così rapidi da scatenare le proteste del Codacons. Due proposte di Pd e Movimento 5 Stelle chiedono di far slittare le multe per chi non ha in auto seggiolini e/o dispositivi anti-abbandono. Con una differenza "temporale": i dem chiedono di far partire le sanzioni dal 6 marzo 2020, mentre i pentastellati dal 1 giugno dell'anno prossimo.
Anche Laura Boldrini entra in tackle sulla maggioranza. Un emendamento bipartisan firmato dall'esponente Pd e sottoscritto da altri 32 parlamentari chiede di introdurre l’aliquota Iva agevolata sui prodotti sanitari e igienici femminili, compresi quindi gli assorbenti, passando dall'attuale 22% - aliquota ordinaria - al 10%.
Molto attiva pure la Lega. Il Carroccio chiede di riaprire la rottamazione delle cartelle esattoriali (estendendola anche ai crediti affidati agli agenti della riscossione nel corso del 2018) e una riapertura della sanatoria sulle liti pendenti, mentre il Pd propone di estendere la pace fiscale (quindi con lo sconto di sanzioni e interessi) anche agli avvisi bonari.
Un altro emendamento bipartisan chiede la proroga al 1 luglio dell'applicazione delle sanzioni per commercianti ed esercenti che non accettano il codice fiscale (o il codice giocata), impedendo così al cliente di partecipare alla lotteria degli scontrini, un'altra proposta del governo stroncata da Confesercenti.
Per quanto riguarda le multe ai commercianti che rifiutano di accettare un pagamento elettronico, Leu propone che l'entità della multa corrisponda al 4% del valore della transazione, con un minimo di 20 euro. Mentre il testo approvato in Cdm prevede una sanzione di 30 euro, aumentata del 4% del valore della spesa con decorrenza dal 1 luglio 2020. Infine, ecco un'altra idea bipartisan: abolire o riscrivere l'articolo 4 sulle ritenute negli appalti, con il Pd a spingere sull'obbligo di comunicazione con tutti i dati di contratto di appalto e subappalto, da inviare all'Agenzia delle Entrate entro 30 giorni dalla sottoscrizione. Infine, stretta sugli omessi versamenti di ritenute superiori a 50mila euro nell’ambito dei contratti di appalto: i dem chiedono una pena da uno a 5 anni.
Ufficio parlamentare di Bilancio sulla manovra: "Troppe incertezze"
Intanto, la seconda giornata di audizioni sulla legge di bilancio riserva un'altra stoccata al governo. A tirarla è il presidente dell'Ufficio parlamentare di Bilancio, Giuseppe Pisauro. Nel suo messaggio davanti alle commissioni riunite di Camera e Senato a Palazzo Madama, Pisauro ha evidenziato le "troppe incertezze" che caratterizzano la programmazione della manovra. "Anche in questa occasione - ha detto - la manovra fissa per il 2020 un livello del rapporto deficit/pil stabile rispetto agli anni precedenti, rinviando agli anni successivi la sua riduzione".
Una riduzione affidata, secondo Tesauro, "alle clausole di salvaguardia su Iva e accise (19 miliardi nel 2021 e oltre 25 miliardi nel 2022) che zavorrano il quadro programmatico di bilancio senza che sia fornita alcuna indicazione sul loro destino futuro". Altra bocciatura per il governo, quindi, dopo quelle di Confindustria e Corte dei Conti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.