Austin non tratta con i terroristi. "No all'accordo sull'11 settembre"

Retromarcia del segretario alla Difesa: gli ideatori dell'attentato potranno essere condannati a morte

Austin non tratta con i terroristi. "No all'accordo sull'11 settembre"
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Nessuna trattativa con i terroristi che hanno concepito gli attacchi dell'11 settembre 2001 contro l'America. Il segretario americano alla Difesa, Lloyd Austin, cede alle pressioni da parte dell'opinione pubblica e revoca l'accordo per il patteggiamento raggiunto con Khalid Sheikh Mohammed, presunta mente degli attacchi che sconvolsero gli Stati Uniti ventitré anni fa, e con gli imputati Walid bin Attash e Mustafa al-Hawsawi. I tre rischiano ora di andare a processo e di essere condannati a morte. Il patteggiamento era stato approvato nei giorni scorsi da Susan Escallier, funzionario incaricato di supervisionare il tribunale militare e prevedevano di fatto un baratto: i tre si sarebbero dichiarati colpevoli dei quasi 3mila morti provocati dal crollo delle Torri Gemelle a Manhattan e degli altri attentati avvenuti nelle stesse ore in cambiodella promessa di non essere giustiziati.

Un provvedimento annullato alla fine da Austin con un'ordinanza nella quale stabilisce la propria autorità ai fini dell'accettazione di accordi di patteggiamento sul caso «alla luce del significato della decisione». Mohammed, considerato il principale pianificatore degli attacchi, e gli altri due imputati avrebbero dovuto presentare le proprie istanze ai sensi dell'accordo la prossima settimana.

L'accordo di patteggiamento era stato ampiamente criticato dai familiari delle vittime in quanto avrebbe comportato, per i tre imputati, al massimo la pena dell'ergastolo, escludendo il completamento dei processi e le possibili condanne a morte. «Questi patteggiamenti non devono perpetuare un sistema di accordi a porte chiuse, in cui informazioni cruciali vengono nascoste senza dare alle famiglie delle vittime la possibilità di conoscere tutta la verità», aveva detto il presidente di 9/11 Justice Brett Eagleson, aggiungendo che «se vogliamo raggiungere un accordo, dobbiamo garantire l'acquisizione delle prove essenziali in possesso di questi individui. Questi accordi non devono chiudere la porta all'ottenimento di informazioni critiche che possano far luce sul ruolo dell'Arabia Saudita negli attacchi dell'11 settembre. La nostra ricerca di giustizia non si fermerà finché non verrà rivelata la verità completa e non verrà fatta giustizia per le vittime e le loro famiglie».

Anche i repubblicani avevano attaccato l'amministrazione Biden, con il vice in pectore di Trump, JD Vance e con il senatore Tom Cotton dell'Arkansas, membro dell'Armed Services Committee, che sui social aveva parlato di un patteggiamento «vergognoso». Austin è invece ora accusato da J.

Wells Dixon, un avvocato del Centro per i diritti costituzionali che rappresenta gli imputati a Guantanamo, di «aver ceduto alle pressioni politiche e di aver spinto alcuni membri delle famiglie delle vittime su un precipizio emotivo».

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