Berlusconi: "Collaborazione ma dopo emergenza governo più adeguato"

Berlusconi ha detto che Fi è e resta "parte essenziale del centrodestra" ma offre collaborazione al governo in questa fase di emergenza per il solo bene dell’Italia

Berlusconi: "Collaborazione ma dopo emergenza governo più adeguato"

Sì alla collaborazione con il governo per superare questa fase delicata segnata dal coronavirus per il solo bene dell’Italia ma nessuna intenzione di entrare nella maggioranza giallorossa. Anzi, una volta che terminerà l’emergenza, servirà l’obiettivo sarà quello di trovare un esecutivo più in sintonia con la maggioranza reale degli italiani. È quanto ha affermato Silvio Berlusconi in una intervista a R101 radio. "Noi crediamo che proprio nelle crisi deve esserci il momento della serietà, della competenza, dell'esperienza. Non possiamo più permetterci di lasciare il Paese in mano e persone incompetenti, incapaci, a persone che non hanno mai lavorato. La nostra disponibilità non ha alcun significato politico. È solo un atto che si potrebbe definire di patriottismo, ha dichiarato l’ex premier.

Berlusconi ha poi ribadito con assoluta chiarezza che Fi è e resta "parte essenziale del centrodestra" e ha ammesso di augurarsi che passata l'emergenza il Paese possa avere un governo "più adeguato a governare la ripresa e più in sintonia con la maggioranza reale degli italiani. Ma di questo parleremo con i nostri alleati quando sarà il momento".

Il ruolo e l’azione portata avanti da Fi in questa fase, secondo Berlusconi, non devono essere confusi. "Dal primo giorno- ha aggiunto- abbiamo deciso di fare quello che deve fare una forza di opposizione responsabile, il governo Conte è legittimamente in carica, deve prendere decisioni difficili, per questo abbiamo messo da parte polemica, collaborando costruttivamente, senza chiedere nulla in campo".

L’ex premier ha sottolineato come il suo partito abbia scelto di non contrapporsi "a un governo con cui, però, non abbiamo niente in comune". "Certo - ha ammesso - da parte di Conte di concreto abbiamo visto ben poco, la consultazione con noi è stata di facciata". Sul tema della collaborazione, Berlusconi lancia un affondo alla sinistra che, invece, ha proseguito sulla sua strada di contrapposizione politica:"Nelle Regioni dove è alla opposizione, come in Lombardia, ha invece presentato una mozione di sfiducia contro il nostro assessore Gallera, che fortunatamente non è passata".

L’ex presidente del Consiglio si è soffermato anche sulla difficile situazione economica provocata dal coronavirus che sta attraversando l’Italia. Berlusconi ha criticato il governo per la confusione della "fase 2" e i provvedimenti giudicati non idonei a risolvere la crisi. "Qualcosa riparte ma l'economia è stremata, molti settori sono ancora fermi e chi è ripartito si trova in condizioni molto difficili. In queste circostanze l'aiuto dello Stato è fondamentale e dovrebbe essere tempestivo. Invece vediamo ritardi e incertezze che aumentano le difficoltà di chi deve ripartire", ha specificato il leader di Fi.

Quest’ultimo ha spiegato di condividere "il sollievo di tanti italiani, che possono andare a trovare i genitori o la fidanzata, alcune attività che possono ripartire è segno di speranza e gli italiani stanno dimostrando di attenersi a regole ma la guerra al virus non è finita".

Berlusconi ha indicato la strada che il governo deve seguire per rilanciare l’economia e dare sostegno a chi è in difficoltà: "La ripartenza è come la convalescenza, bisogna liberare energie sane, permettere di fare utile, tagliando le tasse, noi proponiamo la flat tax per tutti, cancellando la troppa burocrazia, e poi serve un grande piano casa e di infrastrutture, usando i finanziamenti della Bce". “L'economia italiana - ha continuato - è stremata. In queste circostanze l'aiuto dello Stato è fondamentale e dovrebbe essere tempestivo e adeguato. Invece vediamo ritardi, insufficienze e incertezze che aumentano le difficoltà".

Secondo l’ex premier, per curare il sistema economico che è molto malato è necessaria “una terapia intensiva, una forte somministrazione di liquidità non solo a titolo di prestito ma anche a fondo perduto. L'ossigeno del quale le imprese hanno bisogno oggi si chiama 'investimenti a fondo perduto. È un modo per evitare la recessione e far ripartire il Paese". "Sul decreto liquidità - ha evidenziato - abbiamo presentato molti emendamenti. Il governo deve considerarli seriamente. È un'occasione da non perdere".

Le scelte che dovrà compiere il governo saranno difficili ma necessarie. Per questo Berlusconi ha deciso di mettere da parte la polemica politica e collaborare costruttivamente con proposte concrete. Il leader di Fi considera che il ruolo dell'Europa in questa emergenza possa essere decisivo: "Noi dobbiamo continuare a dialogare in modo costruttivo con i paesi economicamente più forti, perché senza di loro, senza l'Europa, la nostra Italia da sola non potrebbe farcela".

L’ex premier, però, si è detto preoccupato dalla sentenza della Corte costituzionale tedesca che potrebbe mettere in discussione l'intervento della Bce a sostegno dei titoli di Stato italiani: "La magistratura tedesca non può decidere cosa deve fare l'Europa ma può imporre al governo tedesco di non finanziare il programma di acquisti della Bce". "La pronuncia della Corte tedesca- ha aggiunto- non la conosciamo ancora ma già qualcuno ha avanzato l'ipotesi che anche la copertura del nostro debito potrebbe essere a rischio. Questo dimostra quanto dipendiamo dall'Europa e i rischi se la solidarietà europea venisse messa in discussione. Senza l'Europa, la nostra Italia da sola non potrebbe farcela".

"La Bce, senza i capitali e il peso politico ed economico della Germania, potrebbe arrivare ad investire meno di 1100 miliardi", ha dichiarato il leader azzurro, riferendosi al rischio legato ai dubbi espressi dalla corte costituzionale di Berlino sull'acquisto di bond, da parte della Banca centrale europea.

"Noi - ha detto infine Berlusconi riferendosi al Mes - potremmo avere, senza condizione, 37 miliardi per la spesa sanitaria, sono poi assolutamente importanti i finanziamenti della Banca Europea per gli investimenti e soprattutto l'ultimo fondo trovato, i recovery Fund per la ricostruzione, ma certo, tutto questo, senza l'intervento della Banca Centrale Europea potrebbe essere insufficiente".

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