Il bluff della "scrittrice" Parodi, hater ossessionata dagli ebrei

Poche opere, tanti deliri. E ora è nei guai

Il bluff della "scrittrice" Parodi, hater ossessionata dagli ebrei
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L'odio, l'antisemitismo, il tradimento della sinistra e dei chierici della (pseudo)cultura. È di una evidenza accecante il caso di Cecilia Parodi (foto), la «scrittrice» iscritta nel registro degli indagati di Milano per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa dopo un farneticante video estivo («odio tutti gli ebrei» diceva) e vari interventi social che le sono valse tre denunce-querele: delle Comunità ebraiche, della senatrice a vita Liliana Segre e del console onorario di Israele Marco Carrai.

All'attivo della scrittrice tre opere, prima delle quali un romanzo del 2021 che piacque a Michela Murgia (che aveva reso nota la sua sintonia ideale con Hamas). «Parodi non è Yourcenar» ha scritto Stefano Cappellini su Repubblica, contestando alcuni «sodali della causa» che, a sinistra, erano subito corsi a minimizzare quel video, verbalmente violento - e ormai cancellato dall'autrice - ma mai rinnegato del tutto. Per minimizzare, lo avevano derubricato a una sorta di intemperanza emotiva di una «sconosciuta» (ma compagna). «Non è Yourcenar - aveva dunque obiettato Cappellini - ma non si capisce perché le frasi razziste di una oscura militante di Fratelli d'Italia debbano essere oggetto di attenzione e riprovazione pubblica mentre quelle di un'attivista di sinistra che fa convegni e iniziative pubbliche, invece, no».

Si presenta come scrittrice e «attivista» infatti, Parodi, e per quanto ora si riferisca nelle sue uscite alla risposta militare adottata da Israele dopo il 7 ottobre, la sua ossessione anti-israeliana precede l'intervento militare a Gaza, e tutto è tranne che isolato. Su Repubblica, che parlava di «questa specie di influencer politici», si leggeva che Parodi «gravita in quel circuito di iniziative pro Pal tra un Luigi de Magistris e una Francesca Albanese». E di «resistenza palestinese» Parodi e Luigi De Magistris hanno parlato insieme a Napoli. «Ma tu guarda! - ironizza Daniele Nahum - È la stessa persona che era stata invitata a quel famoso convegno dove mancava solo Sinwar?». Nahum è uscito dal Pd proprio a causa di un convegno dei Giovani «dem» che tradiva un'irriducibile impostazione anti-Israele e al quale erano stati annunciati l'immancabile Moni Ovadia e la Albanese, la «rapporteur» Onu emblema della faziosità delle organizzazioni internazionali, pari solo a quella della sinistra estrema.

«I mostruosi video di Parodi contro "gli israeliani" e "gli ebrei" - ha scritto il critico letterario Matteo Marchesini - non esprimono solo un atteggiamento personale, ma riassumono un atteggiamento patologico collettivo: contengono tutto ciò che di ignobile viene ripetuto in questi mesi (decenni) dai propal europei».

Il problema non è l'«odio» della scrittrice, o la fascinazione per Hamas. Il problema è tutto il resto, tutto ciò che legittima quest'odio e questa passione.

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