Nel sud della Striscia di Gaza é scattata «l'emergenza farina». Un colpo di cannone israeliano ha colpito gli impianti dell'ultimo mulino ancora in funzione, quello di «a-Salam» di Deir el-Balah. Era l'unico rimasto per poter produrre il pane e sfamare residenti e sfollati. «Per il momento siamo bloccati - spiega il suo direttore Abed Aldaim Awad - e i danni sono severi. Senza macchinari di ricambio dall'estero non potremo riprendere e lavorare». Nella zona nelle ultime settimane sono arrivate - su ingiunzione delle forze armate israeliane - centinaia di migliaia di persone provenienti dal nord della Striscia e da Gaza City. Settecento mila si trovano adesso in strutture dell'Unrwa, l'agenzia dell'Onu per i profughi. Molte altre hanno trovato riparo in abitazioni private. Queste masse di persone sono andate ad aggiungersi ad un milione circa di residenti permanenti nel sud della Striscia. E per tutti le scorte stanno ormai per esaurirsi. «In questa zona - precisa Awad - ci sono due altri mulini, che però hanno finito il carburante e non possono funzionare». Lo stabilimento «a-Salam» dispone invece di scorte di combustibile. Ma alla metà di ottobre è già stato colpito da un proiettile di un carro armato che ha danneggiato una delle due linee di produzione. Ora è stata danneggiata anche la seconda e il lavoro è paralizzato. I dipendenti sostano all'ingresso dello stabilimento. E alcuni commercianti, giunti da località vicine, cercano invano di acquistare sul posto eventuali giacenze di farina. I fornai della zona hanno messo da parte ancora qualche scorta, ma quando anch'esse saranno terminate, non sarà più possibile produrre pane.
«Per rimetterci in moto - afferma Awad - avremmo bisogno di poter introdurre a Gaza non solo macchinari, ma avere anche tecnici specializzati». Al momento dal valico di Rafah possono transitare solo i camion degli aiuti umanitari.
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