Non bastava il pasticcio su AstraZeneca e il flop di una campagna vaccinale partita a rilento: i superburocrati di Bruxelles si permettono pure di dare lezioni al mondo, in un momento nel quale dovrebbero forse solo umilmente chiedere scusa alla popolazione europea per le pesanti restrizioni che i principali Paesi stanno continuando ad adottare. Mentre, statistiche alla mano, sui vaccini somministrati ogni giorni fanno meglio dei Paesi Ue Cile, Emirati Arabi, Regno Unito, Bahrein, Stati Uniti, Israele, Qatar, Marocco, Canada, Turchia e Serbia, Thierry Breton, commissario europeo incaricato della campagna vaccinale, assicura che l'Unione europea raggiungerà l'immunità di gregge entro il 14 luglio. Peccato che Paesi come Israele e il Regno Unito stiano tornando, gradualmente, alla tanto agognata normalità già in queste settimane, con bar e ristoranti aperti, mentre noi dovremmo fare i conti con i pesanti ritardi dell'Ue e attendere la metà di luglio, come se fosse chissà quale grande e storico risultato.
Ai microfoni dell'emittente televisiva francese "Tf1", Breton ha spiegato che "tra il mese di marzo e il mese di giugno consegneremo tra le 300 e le 350 milioni di dosi di vaccino", sottolineando che il ritmo sta crescendo progressivamente, con 60 milioni di dosi consegnate a marzo, 100 milioni ad aprile e 120 milioni a maggio. Il commissario europeo, nonostante gli appelli di molti leader politici e virologi, ha escluso che Bruxelles possa ricorrere al vaccino russo Sputnik V. Come se dietro a questa decisione non ci fossero, in realtà, delle mere logiche geopolitiche, che sembrano prevalere su quelle della salute, dato che il siero russo è stato definito sicuro ed efficace anche dalla prestigiosa rivista The Lancet.
"Non avremo assolutamente bisogno del vaccino (russo) Sputnik V", ha continuato Breton, sottolineando che Mosca sta avendo problemi nella produzione e l'Europa sarà pronta a garantire le dosi necessarie nel secondo semestre, come riportato dall'agenzia Nova. Le parole del commissario Ue sembrano essere una risposta alle affermazioni della cancelliera tedesca Angela Merkel e del premier italiano Mario Draghi. Come ricorda l'Huffpost, nei giorni scorsi Merkel aveva infatti spiegato che, una volta ottenuto il via libera dell’Agenzia europea per il farmaco allo Sputnik, se Bruxelles non dovesse promuoverne un ordine congiunto, la Germania potrebbe stringere accordi bilaterali con Mosca e comprare dosi autonomamente. Sulla stessa falsariga, in conferenza stampa Mario Draghi pochi giorni dopo ha spiegato che "il coordinamento europeo è la prima strada da cercare sui vaccini". E se "l’Ue prosegue su Sputnik bene", altrimenti "si procederà in un altro modo". Le parole di Breton sembrano dunque essere una piccata risposta all'asse Merkel-Draghi formatisi nelle ultime settimane.
Nel governo, il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri, intervistato da Non stop news su Rtl 102.5, a proposito delle parole di Breton, ha sottolineato che "abbiamo delle proiezioni di consegne per tutta Europa da aprile molto soddisfacenti e crescenti. Se ci sono altri vaccini disponibili ben vengano il prima possibile". "Io penso - ha aggiunto - che, una volta superati gli standard di valutazione europei, abbiamo bisogno di tutti i vaccini e noi ne abbiamo bisogno adesso, perché prima vaccini la popolazione e prima esci da questa tragedia e mi sembra che in questo momento il numero di vaccino non è sufficiente".
Putin stuzzica l'Ue: "Quali interessi difende?"
La risposta del leader del Cremlino non si fa attendere. Secondo quanto riferito dai media locali, intervenuto a una riunione con gli sviluppatori russi dei vaccini, Vladimir Putin ha definito "strane" le dichiarazioni del commissario europeo Breton. "Non costringiamo nessuno a fare nulla - ha affermato Putin -ma ci interroghiamo sugli interessi difesi da queste persone, quelli delle case farmaceutiche o quelli dei cittadini europei?". Sempre secondo quanto riferiscono i media russi, Putin si vaccinerà domani.
"A proposito, intendo farlo io stesso domani", ha dichiarato, sottolineando che l’immunizzazione è su base volontaria. Alla domanda su quale siero gli verrà somministrato, il portavoce del capo dello Stato russo, Dmitri Peskov, ha risposto: "Con uno dei tre" sviluppati dalla Russia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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