Carceri, intesa nel governo. E i dem affrontano Nordio

Salta la pdl Giachetti che rischiava di spaccare la maggioranza. Le opposizioni lasciano l'aula

Carceri, intesa nel governo. E i dem affrontano Nordio
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Tutto come previsto: la maggioranza, all'ultimo momento, trova un compromesso sul Decreto Carceri del ministro Carlo Nordio, all'esame del Senato. E alla Camera dei deputati viene per il momento archiviata, col voto del centrodestra, la proposta del renziano Roberto Giachetti per decongestionare (aumentando leggermente gli sconti di pena già previsti) le infernali e strapiene galere italiane.

Una proposta che Forza Italia si era detta pronta a valutare, per porre rimedio urgente a un'emergenza resa ancor più incandescente dal clima torrido e dal sovraffollamento estremo, con un'impennata di suicidi e atti di auto-lesionismo, e denunciata con toni forti ieri dal capo dello Stato Mattarella: «Condizioni indecorose per un paese civile». Parole che «condividiamo perfettamente», dice il capogruppo Fi in Commissione Giustizia Pierantonio Zanettin, che chiede di «coniugare l'umanizzazione della pena con la sua certezza».

Il rischio, dal punto di vista del governo, era che - con il voto segreto richiesto dalle opposizioni - la pdl Giachetti potesse almeno in parte passare («Metà del nostro gruppo era pronto a votarla», spiega un azzurro), dividendo il centrodestra. Per questo, negli ultimi due giorni, si è alacremente lavorato al Senato su qualche modifica al ddl Nordio, e ieri mattina è stato trovato un accordo su due emendamenti presentati dal forzista Zanettin che dovrebbero facilitare il trasferimento agli arresti domiciliari per gli over 70 e consentire la cosiddetta «messa alla prova» dei detenuti anche con lavori nel volontariato e di pubblica utilità. Niet di Lega e Fdi, invece, per la possibilità di espiare in regime di semilibertà le pene detentive non superiori a quattro anni.

Un'intesa molto minimal («Pura fuffa che non avrà alcun effetto sull'emergenza. Ma evidentemente Fi preferisce girare la faccia dall'altra parte», denuncia Giachetti), che però ha consentito alla maggioranza di far passare a Montecitorio, con 47 voti di scarto, la richiesta di rinviare in commissione, a data da destinarsi, la proposta del deputato di Iv, appoggiata dal centrosinistra. «Uno schiaffo alla civiltà», accusa dal Pd Debora Serracchiani. Mentre da Avs Devis Dori sottolinea: «State scappando dal voto segreto perchè sapete che le coscienze di tanti deputati di maggioranza sono più sensibili della linea ufficiale imposta dal governo».

Il centrodestra si ricompatta e nella Commissione giustizia del Senato dà via libera al decreto Nordio (che arriverà in aula la prossima settimana), dichiarando irricevibili tutti gli emendamenti delle opposizioni. Che da mercoledì sera, per protesta, hanno disertato i lavori: «La maggioranza non ha consentito alcun confronto sul provvedimento», dice il capogruppo Pd Francesco Boccia. «Visto che la commissione ha abdicato alla sua funzione, si acceleri l'approdo del ddl in aula e venga il ministro Nordio a sostenerlo». Aggiunge Ivan Scalfarotto di Iv: «Non vogliamo condividere la responsabilità morale di non fare nulla davanti a una tragedia».

Fuori dall'aula, intanto, va in scena un siparietto tra i dem Walter Verini e Nicoletta Rossomando e lo stesso Guardasigilli, appena uscito dalle lunghe trattative di maggioranza. «Ministro, dovresti andare a vederle le carceri, e come ci si vive», dice il primo. «Ma io ci vado», replica lui, «e non è il governo a spedirci così tanta gente: sono i magistrati a decidere».

Interviene Rossomando: «Ma sei tu che hai firmato le leggi che moltiplicano i reati e aumentano la pressione sul sistema carcerario». Accorre il sottosegretario leghista Ostellari: «Ministro, andiamo a prenderci un caffè alla buvette». E lo trascina via.

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