Colpito e vulnerabile umiliato il partito di Dio. Nasrallah prende tempo

Il blitz da cinema è una svolta. Ora Israele dovrebbe affondare il nemico

Colpito e vulnerabile umiliato il partito di Dio. Nasrallah prende tempo
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Mai, da quando nel 1981 Hezbollah con la sua nascita segnava il disastro innanzitutto della sua stessa patria, il Libano aveva conosciuto un evento così enorme nella sua stranissima accuratezza e abilità tecnologica, una vicenda cinematografica, quasi incredibile. Negli anni gli Hezbollah, oltre alla dominazione iraniana su un Paese che altrimenti avrebbe scelto il pluralismo religioso, hanno portato a una dittatura delle armi travestita da democrazia, a esplosioni con molte centinaia di morti francesi, americani, israeliani, ad assassini come quelli di Rafik Hariri, a incendi come quello devastante del porto di Beirut, 4 agosto 2020. Adesso l'evento di martedì, l'esplosione contemporanea di tutti i beeper degli Hezbollah. Tutti erano parte dell'organizzazione più qualche amico intimo, come l'ambasciatore iraniano in Libano. Gli scoppi sono continuati ancora tutta la giornata di ieri anche in Siria e in Irak. Dall'Onu vengono parole di rammarico per i morti civili, ma una delle caratteristiche dell'attacco è proprio il fatto che è stato compiuto ad personam, fra tutti quelli che a causa della loro affiliazione agli Hezbollah o ai loro rapporti stretti con l'organizzazione avevano un beeper, cioè gli alti o i medi gradi, tutti quelli che avevano una ragione di stare in contatto per i motivi militari tipici del gruppo. Le scene inenarrabili, sanguinose, larghissime, sono state subito oscurate sulle televisioni fra cui al Jazeera, che invece manda spesso in onda da Gaza o da Jenin scene molto esplicite di sangue. Qui, si è seguito l'ordine che è subito arrivato di mostrare il meno possibile per non favorire il nemico. Israele non ha rivendicato l'attacco e Blinken ha subito dichiarato che gli Stati Uniti non erano stati avvertiti e che comunque si oppongono a qualsiasi gesto che possa prefigurare l'escalation.

Adesso l'escalation sembra inevitabile, è stato un evento maggiore, si aspetta il discorso di Nasrallah per oggi pomeriggio: la milizia terrorista ha perduto letteralmente le mani e gli occhi degli uomini addetti alle operazioni di guerra. Axios racconta che il tempo prescelto è stato casuale, legato alla scoperta prematura da parte di un Hezbollah della trappola. E si sa, il Mossad non perde un'occasione importante se si può agire. Qui si trattava di un evento preparato da mesi con una quantità di lavoro tecnologico, di spionaggio, di rapporti, di cyber ultramoderno. Hezbollah non è mai stato debole come adesso, Netanyahu due giorni fa ha dichiarato che fra gli obiettivi di guerra c'è quello di riportare a casa gli sfollati e nelle ultime ore è stata spostata a Nord la grande unità 138 di paracadutisti e altri gruppi specializzati. Questo mentre ancora Gaza resta problematica, come si vede dai quattro soldati uccisi ieri in azione a Rafah, fra cui il 23enne capitano Daniel Toaff, pronipote del fratello del famoso rabbino romano e la prima soldatessa.

Il rumore di altre esplosioni ha seguitato a punteggiare la giornata del Nord di Israele e anche in Libano e a Beirut durante i funerali a Dahia, il quartiere degli Hezbollah. Per ora non si sbilanciano, aspettano il discorso di Nasrallah che avrà comunque molta difficoltà a curare la ferita intollerabile in lingua mediorientale: al momento è umiliato, battuto, sorpreso e stravolto, mai così vulnerabile. Con la tremenda paura che qualsiasi oggetto tecnologico possa scoppia o prendere fuoco. Mentre gli Hezbollah sono abituati, a braccetto con l'Iran, a terrorizzare il Medioriente, a essere considerati più pericolosi di Hamas, ne va anche della concorrenza fra sciiti e sunniti. L'Iran è certo furioso anche con loro che si sono lasciati giocare. Israele dovrebbe sapere utilizzare questo momento per realizzare la sua necessità primaria di riconquistare il terreno del Nord, rubato, desertificato e bruciato, dagli attacchi che hanno accompagnato e sostenuto il 7 ottobre. Gli restituirebbe forza.

Certo il gabinetto di guerra valuta l'ipotesi di agire adesso: la gente lo chiede, vuole tornare a casa. Ma gli americani, al solito, frenano, mentre Nasrallah ragiona sulla possibilità di compiere a sua volta un passo sorprendente.

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