Il modo migliore per tenere dietro le sbarre Ilaria Salis è politicizzare il caso come sta facendo il circo Barnum della sinistra, il papà della maestrina, non proprio santa, e la stessa imputata orgogliosa di essere «dalla parte giusta della Storia». Nessun paese e ancor meno i suoi giudici amano subire pressioni dall'esterno di chiara matrice politica. Non è bello vedere una connazionale trascinata in aula in catene, ma quando gli americani lo hanno fatto con Chico Forti o tanti altri anonimi imputati nessuno si è strappato le vesti. Al contrario la compagnia di giro della sinistra, da Ilaria Cucchi a Zerocalcare passando per Fratoianni e la Boldrini, si è presentata al tribunale di Budapest per puntare il dito contro Viktor Orban. E indirettamente contro la magistratura ungherese che il premier controllerebbe invocando tagli di fondi, l'intervento europeo o magari dei caschi blu. Il modo perfetto per non ottenere nulla e fare solo girare le scatole al giudice, che guarda caso non ha concesso i domiciliari. E lo ha fatto motivandolo con il pericolo di fuga. L'«esercito» di sostenitori vip che si è presentato a Budapest farebbe pensare a chiunque che i domiciliari sono il grimaldello per tornare in Italia facendo spallucce al processo ungherese.
Un fulmine di guerra del nostro Parlamento, Enrico Costa (Azione), ha addirittura invocato il richiamo dell'ambasciatore. Si è visto quanto è servito con il caso Regeni. Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è dall'inizio che cerca di convincere opposizione e familiari quanto sia controproducente politicizzare il caso. Anche l'ultimo arrivato fra i diplomatici sa bene che gli ungheresi sono ossi duri e prenderli di petto provoca solo che un effetto boomerang. Per di più Ilaria non è Santa Maria Goretti martire e l'antifascismo non può giustificare le martellate per fracassare le teste degli avversari anche se sono nostalgici di ideologie sepolte dalla Storia.
La verità è che la Salis non disdegna farsi strumentalizzare per una battaglia che fa il tiro al piccione con Orban, ma ha come bersaglio finale il governo Meloni.
La balzana idea, circolante nel Pd, di candidare alle europee l'accusata di far parte della banda dei martellatori è un'altra ideona, che rischierebbe di convincere gli ungheresi a tenere la santarellina antifascista in cella buttando via la chiave.
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