Confronto Renzi-Pm sul caso Open. Il fondatore d'Iv: "A viso aperto"

Dopo il voto di ieri della Giunta per le immunità, l'ex premier al confronto coi pm del caso Open. "Quelle 94mila pagine a spese del contribuente"

Confronto Renzi-Pm sul caso Open. Il fondatore d'Iv: "A viso aperto"

L'ex presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel corso della mattinata di oggi, ha avuto un incontro con i Pubblici ministeri che si stanno occupando del caso della Fondazione Open. Ieri è stata la giornata in cui si è espressa la Giunta per le immunità del Senato, che ha in buona sostanza dato ragione a Renzi sulla violazione della Costituzione che i pm avrebbero operato durante l'attività inquirente. In occasione del voto, si sono astenuti soltanto Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle.

Nel day after la pronuncia sul conflitto d'attribuzione, il fondatore d'Italia Viva, attraverso Facebook, ha dato notizia in prima persona del confronto avvenuto: "Questa mattina - ha scritto l'ex premier - ho incontrato i PM di Firenze che indagano sulla vicenda OPEN, Luca Turco e Antonino Nastasi. Questo processo politico alla politica resterà negli annali della cronaca giudiziaria come uno scandalo nel quale gli indagati non hanno violato la Legge mentre i Pubblici Ministeri hanno violato la Costituzione. E come se non bastasse la Corte di Cassazione ha già smontato in quattro diverse sentenze l’impianto dei PM". Questa è la versione che Matteo Renzi ha voluto sostenere anche qualche settimana fa, quando ha dichiarato in Senato che i Pm avrebbero violato la Costituzione per ben quattro volte.

Ma il leader d'Italia Viva non ha intenzione di sottrarsi al processo: "Tuttavia credo che un politico non debba scappare dalla giustizia. In passato miei colleghi parlamentari hanno utilizzato le prerogative dell’articolo 68 della Costituzione per chiedere di non essere giudicati. Io no, io voglio il contrario", ha ribadito per l'ennesima volta. Poi la specificazione: "Tuttavia credo che un politico non debba scappare dalla giustizia. In passato miei colleghi parlamentari hanno utilizzato le prerogative dell’articolo 68 della Costituzione per chiedere di non essere giudicati. Io no, io voglio il contrario".

Dopo aver ribadito tanto di essere tranquillo quanto di essere in sintesi estraneo alle accuse che gli sono state mosse, Renzi ha presentato un'elencazione che, nel corso degli anni, potrebbe essere destinata a far discutere, in specie se il palinsesto del processo dovesse rivelarsi privo di fondamento: "I PM - ha premesso - hanno speso centiniaia di migliaia di euro pubblici per dimostrare che i nostri finanziamenti privati non sono formalmente corretti: noi con cinque pagine abbiamo replicato alle 94.000 pagine dell’accusa, ridondanti e piene di errori. L’accusa - ha insistito - impiega 94.000 pagine a spese del contribuente per sostenere una tesi che non esiste. A noi bastano cinque paginette a nostre spese per mostrare gli errori più grossolani".

L'ex presidente del Consiglio ha concluso il suo intervento, invitando le giovani generazione a credere in ogni caso nella Giustizia, al netto di quello che ritiene essere un trattamento abbastanza particolare (quello che i Pm ma non solo gli avrebbero riservato): "Perché anche quando ti entrano nella vita privata in modo illegittimo, quando ti controllano le email degli ultimi 12 anni, quando ti pubblicano in modo illegittimo l’estratto conto e i singoli movimenti bancari, quando i tuoi amici e la tua famiglia pagano

un prezzo salato per la tua notorietà, quando vogliono impedirti di fare politica utilizzando presunti – e inesistenti – reati formali, anche allora bisogna credere nelle Istituzioni di questo Paese", ha chiosato.

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