Una conferenza stampa inizialmente prevista per le ore 14:00 ma poi slittata alle 19:30. Dietro la lunga attesa di Giuseppe Conte si celano liti infuocate sul Mes e sulla ripartenza del Paese: nella tarda mattinata vi è stata riunione tra il presidente del Consiglio, i capidelegazione delle forze di maggioranza e i ministri Roberto Gualtieri e Stefano Patuanelli. Molti hanno parlato di un incontro "piuttosto movimentato". Effettivamente il vertice aveva l'intento di fare il punto sul nuovo Dpcm, ma c'è stato spazio anche per discutere dell'esito dell'accordo raggiunto dall'Eurogruppo: sarebbe andata in scena una discussione piuttosto accesa sul fondo salva-Stati. Proprio il Meccanismo europeo di stabilità è stato alla base del durissimo sfogo dell'avvocato in diretta ieri sera: nel mirino sono finiti Matteo Salvini e Giorgia Meloni, accusati di aver diffuso "menzogne" che potrebbero compromettere la "forza negoziale".
Nell'edizione odierna de La Repubblica viene svelato un retroscena risalente alla mattinata di ieri: Dario Franceschini avrebbe telefonato al premier per chiedergli un urgente incontro di maggioranza per fornire dei chiarimenti. "Non si può andare avanti in questo modo. I grillini non fanno altro che attaccare Gualtieri da ieri notte, nonostante i passi avanti che ha ottenuto all'Eurogruppo", avrebbe sbottato il ministro per i Beni e le attività culturali e per il Turismo. Infatti una fronda del Movimento 5 Stelle ha avvertito Conte: l'esecutivo sarebbe a rischio qualora l'intesa raggiunta dall'Eurogruppo non venisse rigettata o quantomeno modificata con l'inserimento dei Coronabond.
Il governo è diviso
Il capodelegazione dem pretendeva una sintesi: "Un conto sono le posizioni dei 5S, altra quella del capo del governo. Tu sei il premier, non il leader del M5S. Non parli a nome mio né del Pd". Poi tutti riuniti alle 10.30 a Palazzo Chigi, con Riccardo Fraccaro che precisa: "La posizione dell'esecutivo è chiara: no al Mes, né ora né mai". Ma l'uscita del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio non è stata affatto gradita da Franceschini: "Non parli a nome del governo senza avere il mandato politico per farlo". Dal Partito democatrico non c'è alcuna certezza di fare ricorso al Mes, ma il ministro Roberto Gualtieri ha voluto sottolineare: "Quei soldi potrebbero servirci, oppure no. Ma non serve dire che non li utilizzeremo mai".
Il forte scetticismo arriva da Luigi Di Maio, che conferma la linea contraria all'utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità: "Noi i soldi del Mes non vogliamo prenderli". Franceschini avrebbe accusato il ministro degli Esteri di sposare un pregiudizio, considerando che il fondo salva-Stati "è a disposizione di tutti, non solo degli Stati in crisi". E poi ci sono gli scontri negli scontri. Italia Viva, sulla linea di Matteo Renzi, vorrebbe riaperture più decise mentre il ministro della Salute Roberto Speranza invoca calma.
La proposta del Pd sull'istituzione di un contributo di solidarietà per gli anni 2020 e 2021, che dovranno versare i cittadini con redditi superiori a 80mila euro, trova il muro di M5S e dei renziani. Infine la scelta di nominare Vittorio Colao a capo della task force nella fase 2 non ha trovato l'entusiasmo di Gualtieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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