Troppo comodo, Giuseppe Conte. Nel curriculum vitae si è appuntato una sfilza interminabile di errori e adesso, a meno di un anno dalle elezioni, vorrebbe rifarsi la "verginità" dando il ben servito a Draghi e, da forza all'opposizione, tornando magari a brandire i vecchi slogan populisti tanto cari al M5s delle origini. Troppo comodo, davvero.
È vero che molto spesso il tempo cancella colpe ed errori, ma quest'ultima legislatura, che si sta avviando a conclusione con Draghi alla presidenza del Consiglio, è stata pesantemente segnata da Conte e dai due governi che ha guidato. Sullo scranno di Palazzo Chigi è stato stabilmente seduto dal primo giugno del 2018 al 13 febbraio del 2021. Poco meno di tre anni. In questo lasso di tempo ne ha combinate di tutti i colori, così tante da aver fatto precipitare il Paese in una crisi senza precedenti e, ma questo non è affatto grave, i 5 Stelle nell'abisso dell'irrilevanza elettorale.
Dopo l'addio di Di Maio, i sondaggisti affibbiano al M5s percentuali da minimo storico, ampiamente sotto il 10 per cento. Da qui l'ideona dell'avvocato di Volturara Appula di sganciarsi da Draghi per bombardare il governo stando all'opposizione per quasi un anno e cercare così di raggranellare qualche voto in più. Ma davvero crede che gli italiani possano dimenticare tutto il passato? Che possano dimenticare la tragica gestione dell'emergenza pademia, i lockdown a intermittenza, le conferenze stampa a notte fonda, i divieti più assurdi e le faq per cercare di spiegarli, i banchi a rotelle e le mascherine di Arcuri? Che possano dimenticare il buco nero creato con il reddito di cittadinanza, il superbonus 110% scritto coi piedi, la lotteria degli scontrini e il cashback? Che possano dimenticare le simpatie con Pechino e Mosca e tutto quello che ne è conseguito (dalla Nuova Via della Seta alla missione "Dalla Russia con amore")?
Il passato di Conte è un macigno sull'Italia.
E le manovre di palazzo delle ultime settimane confermano che i suoi interessi non collimano certo con il bene del Paese. Anche a questo giro, a farne le spese rischiano di essere i cittadini italiani che ancora una volta si troveranno a pagare per le scorribande dell'avvocato del popolo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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