Un video dettagliato, quasi un tutorial da film horror, per spiegare come si lapidano le donne colpevoli di adulterio. È quello emerso sui social media la scorsa settimana a firma dell'imam Shaykh Zakaullah Salem, del centro islamico Green Lane Masjid di Birmingham. Nel video l'imam, in un sermone vero e proprio, spiega come la donna debba essere sotterrata in una buca fino all'altezza della vita prima di venir lapidata perché questa è la punizione dovuta, secondo la legge della sharia, per chi ha avuto una relazione extraconiugale, chiamata «Zina». In realtà, in base a questa legge la punizione è subita da ogni adultero, sia uomo che donna, a cui spetta la lapidazione se questi sono sposati. Se invece non lo sono, un centinaio di frustate saranno sufficienti a espiare la propria colpa.
Attualmente Zakaullah è il capo imam della moschea nonché direttore del centro educativo della stessa. Prima di esserlo aveva ricoperto molti altri ruoli. Se si dà un'occhiata al suo profilo nel sito della moschea, l'uomo aveva dato prova delle sue abilità fin da giovanissimo, imparando il Corano a memoria. Risulta poi in possesso di un master in Educazione islamica ottenuto presso uno dei più prestigiosi istituti di studi islamici del Regno Unito. La sua lezione di lapidazione ha tuttavia sollevato un'ondata di scandalizzate reazioni non solo a Birmingham, città con una forte componente islamica, ma nell'intera Inghilterra. E le polemiche sono aumentate quando si è scoperto che il governo conservatore di Rishi Sunak aveva premiato la moschea con un finanziamento di ben 2 milioni di sterline per la realizzazione di un centro giovanile. Subito dopo la pubblicazione sui social del video, i soldi sono stati temporaneamente congelati, ma sono in molti a chiedersi come il governo abbia potuto concederli a una moschea che da decenni è nota per i sermoni estremisti dei suoi predicatori. Tempo fa il centro di Birmingham è apparso anche in un documentario di Channel 4, dove un altro imam se la prendeva con gli infedeli in un sermone dai toni estremamente violenti. E tra i regolamenti impartiti dalla moschea, le donne non potevano indossare i pantaloni, uscire senza il permesso del marito e dovevano chiudere tutti i loro account Facebook. Il finanziamento governativo era stato offerto dal dipartimento per la Cultura, nell'ambito degli interventi di sostegno a favore dei centri giovanili da realizzare nel Paese. Incredibilmente, la moschea di Birmingham era risultata idonea. Questo nonostante i comportamenti estremisti dei suoi imam.
Prima della diffusione del video Zakaullah aveva invitato il governo ad avviare un'azione legale contro un'insegnante di una Grammar School nello Yorkshire che era stata costretta a nascondersi dopo aver ricevuto minacce di morte per aver mostrato in classe delle immagini del profeta Maometto. Un altro imam, Abu Mustafa Rayyan, aveva detto in un discorso pubblico che una moglie deve soddisfare tutti le necessità fisiche del marito, venendo così accusato di approvare lo stupro coniugale. Uno degli imam più influenti del Centro di Birmingham, Abu Usama al Thahabi, nel 2007 era stato filmato mentre diceva: «Se io chiamo gli omosessuali pervertiti, sporchi cani che dovrebbero essere uccisi, questo rientra nella mia libertà d'espressione no? Ma loro dicono che no, sono un intollerante.
Eppure per loro va bene dire qualcosa sul nostro Profeta». Sul video della lapidazione la moschea ha fatto sapere che le affermazioni sono state diffuse fuori contesto e che l'imam «non sostiene che esistano pratiche simili nel Regno Unito». Il dubbio però resta, eccome.
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