Era nata come una battuta. Di una persona che nonostante le grandi responsabilità e l'impegno non perde l'inclinazione all'ironia e alla battuta irriverente. Ma la battuta della Meloni sulla mancanza di tutele sindacali per chi fa il suo lavoro è stata presa terribilmente sul serio come accade sempre quando in politica (e nella lotta sindacale) si specula su tutto per portare acqua al proprio mulino a ogni occasione. Elly Schlein ha battuto tutti sul tempo per replicare a modo alla premier (a caldo, infatti, aveva commentato: «La smetta di fare la vittima, che le vittime qui sono quei milioni di lavoratori che le scelte del suo governo stanno rendendo più fragili e ricattabili: negando il salario minimo e la legge sulla rappresentanza»).
Arrivando al Consiglio europeo di Budapest la premier non si è sottratta a chi le chiedeva conto della posizione della leader dem. «Ieri Schlein - è la replica della Meloni - ha detto che io svilisco i diritti sindacali perché a una trasmissione radiofonica leggera ho risposto con un sms leggero dicendo che non mi sentivo bene ma ero comunque a fare il mio lavoro perché qui non c'è nessuno che mi possa sostituire. Ripeto: non so cosa si intenda per svilire i diritti sindacali che questo governo difende molto meglio della sinistra al caviale». «Sono abituata a fare il mio lavoro - è la conclusione della premier - anche quando non sono al massimo della forma perché è l'impegno che mi sono presa con gli italiani. E spero che la sinistra prima o poi individui qualche tema serio sul quale fare politica con questo Governo in attesa di ritrovare un'identità che le consenta di stare al fianco dei cittadini».
Alla «sinistra caviale» serviva un contraltare adeguatamente efficace e la segretaria del Partito democratico lo ha individuato nell'olio di ricino. «Io di caviale non ne ho mai mangiato, ma nemmeno posso sopportare che i lavoratori vengano purgati con olio di ricino» replica la Schlein che poi aggiunge: «Continueremo a stare al loro fianco dei lavoratori. Meloni si occupi, invece, del salario minimo che ha negato a 3 milioni e mezzo di salariati che non arrivano a fine mese anche se lavorano».
Ieri, però, in occasione dello sciopero generale, gli occhi erano puntati tutti su Maurizio Landini. E il leader della Cgil non ha deluso le aspettative. E durante la manifestazione a Roma ha definito le parole della Meloni (lette dal deputato di Fratelli d'Italia Marco Osnato nel corso della trasmissione satirica Un giorno da pecora) come un «atto di bullismo». «A volte, prima di dire le cose è meglio pensarci - è l'esortazione del sindacalista -, perché messa in questi termini è un attacco a chi quei diritti ogni giorno li vede messi in discussione o addirittura non ce li ha perché è precario».
Il day after vede Landini ospite della stessa trasmissione radiofonica e ai
microfoni di Un giorno da pecora conferma la sua posizione: «Oggi violento è il governo che sta investendo nelle armi. Chi decide di spendere i miei soldi per comprare le armi, che fanno morti e guerre, lì c'è una violenza».
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