Draghi: servono riforme mai viste in Ue

La ricetta dell'ex premier: innovazione, energia e tecnologie al centro del rapporto

Draghi: servono riforme mai viste in Ue
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Ieri due importanti dossier destinati a influenzare le politiche europee sono arrivati sul tavolo della commissione, si tratta del report sulla competitività realizzato da Mario Draghi e del documento finale del dialogo strategico sul futuro dell'agricoltura, il forum lanciato da Ursula von der Leyen nei mesi scorsi in risposta alle proteste dei trattori. Mario Draghi ha partecipato all'incontro con i Rappresentanti Permanenti dei Paesi Ue sottolineando la necessità di «riforme senza precedenti per l'Ue» coinvolgendo tutti gli attori europei e agendo nel modo più veloce possibile.

Il rapporto sarà presentato ufficialmente lunedì ma, secondo quanto anticipato ai 27 ambasciatori Ue, è strutturato in cinque macro-capitoli: produttività, riduzione delle dipendenze, clima, inclusione sociale e ricette per i singoli settori basati sui dieci principali dossier economici che riguardano l'Ue.

Secondo Draghi l'Ue si trova a dover affrontare alcune sfide cruciali sul campo della competitività, dalla carenza di innovazione ai prezzi energetici elevati, fino alle mancanze tecnologiche e alla necessità di accelerare la digitalizzazione. Per farlo sono necessari alcuni interventi individuati dall'ex premier in misure sulla neutralità tecnologica, una maggiore politica di coesione e modifiche alle regole sugli aiuti di Stato.

La presidenza di turno ungherese dell'Ue ha spiegato che «il prossimo rapporto di Mario Draghi avrà un ruolo cruciale nel rafforzare la competitività europea, un obiettivo chiaro della presidenza ungherese identificato come una delle sue priorità chiave».

Sempre ieri è stato consegnato al presidente della commissione Ue un documento con dieci principi guida e quattordici raccomandazioni per la futura politica agricola comune realizzato da un forum strategico composto da ventinove partecipanti tra cooperative, organizzazioni non governative e rappresentanti della società civile istituito dopo le proteste dei trattori. La parte più importante è quella inerente alla futura politica agricola comune in cui si chiede di dare sostegno diretto agli agricoltori «che ne hanno più bisogno» e non legare solo i sussidi alla quantità di terra di loro proprietà e agli standard ambientali obbligatori come avviene oggi. Si tratta di un sostegno mirato che dovrebbe «prevenire l'abbandono delle aziende agricole e contribuire a garantire agli agricoltori un reddito dignitoso, rivolgendosi a quelli più in difficoltà, in particolare le aziende agricole piccole e miste, i giovani agricoltori, i nuovi operatori e le aree soggette a vincoli naturali». Inoltre, per rendere più realizzabili le sfide della transizione ecologica, si suggerisce di affiancare alle risorse della Pac un «fondo temporaneo per la transizione giusta».

Tra le altre raccomandazioni si sottolinea la necessità di istituire «un fondo per il ripristino della natura» della commissione europea dotato di «risorse adeguate al di fuori della politica agricola comune». La stesura del rapporto servirà alla commissione, come spiegato da Ursula von der Leyen, per presentare «la visione della roadmap sul futuro dell'agricoltura europea entro i primi 100 giorni del prossimo mandato».

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