Le elezioni europee continuano a produrre effetti. L'operazione tesa a far rinascere Les Républicains non è riuscita: Laurent Wauquiez, l'uomo che avrebbe dovuto guidare il rilancio elettorale, si è dimesso poche ore fa da presidente di partito. A dare la notizia della rinuncia all'incarico, tra gli altri, è stato il quotidiano Le Monde.
È solo l'ultimo segno di una crisi che va avanti dalla sconfitta di François Fillon. Era il 2017 e i transalpini votavano per le presidenziali. Da allora, i liberali e i conservatori francesi, non hanno più trovato il modo d'impensierire Marine Le Pen o di riconquistare il consenso perso a favore di Emmanuel Macron. Ma delle cause della débacle di due anni fa bisognerebbe parlare in maniera certosina.
L'esponente che ha coordinato le operazioni dei suoi sino allo scorso 26 maggio aveva in mente di spostare a destra l'asse politico-programmatica dei repubblicani, ma i risultati non hanno lasciato scampo. La gestione di Laurent Wauquiez non ha condotto Les Républicains verso percentuali considerevoli. Il dato finale ha di sicuro influito sulla scelta: quell'8.4% non può soddisfare chi aveva intravisto la possibilità di una risalita. Gli europarlamentari eletti a Bruxelles, stando ai calcoli pre-Brexit, sono solo sei: è un calo evidente rispetto ai fasti del passato. Questa, però, non è la prima "vittima" politica della tornata continentale.
Già nel corso della giornata di ieri, abbiamo avuto modo di raccontare la medesima decisione operata da Andrea Nahles, che ha salutato la leadership
della Spd tedesca per motivazioni similari. I risultati delle elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo stanno contribuendo a rimescolare le dirigenze partitiche di alcune formazioni centrali per la storia d'Europa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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