"Fiducia sul decreto Aiuti". Così Draghi beffa Conte

Il governo ha messo la fiducia sul Dl Aiuti. Nel testo permangono i punti critici per il M5S: sì termovalorizzatore a Roma e no al superbonus

"Fiducia sul decreto Aiuti". Così Draghi beffa Conte

Alla fine, il governo ha deciso di mettere la fiducia sul Dl Aiuti. Il ministro Federico D'Incà, al termine della riunione dei capigruppo, ha annunciato che la votazione alla Camera inizierà domani pomeriggio e dovrà terminare entro lunedì prossimo.

Il testo del decreto sarà, dunque identico a quello uscito dalle Commissioni e dovrà essere licenziato in via definitiva, anche col voto del Senato, entro il 16 luglio. Tutti i punti di contrasto che avevano fatto scattare l'ostruzionismo del M5S, dal termovalorizzato a Roma al superbonus fino alle modifiche al reddito di cittadinanza, restano immutati. Il governo, ponendo la fiducia, ha scelto di tirare dritto, vista e considerata l'imminente scadenza del provvedimento. Ora, quindi, bisognerà vedere se il M5S deciderà di votare la fiducia oppure no. Sul merito, Giuseppe Conte, che oggi ha incontrato il premier Mario Draghi, ha precisato: "Definiremo la nostra posizione, che comunque sul punto è già molto chiara, e l'abbiamo anticipata in Consiglio dei ministri dove i nostri ministri non hanno partecipato al voto, perchè c'è una norma del tutto eccentrica che non c'entra nulla con la materia regolata". Il riferimento è chiaramente alla costruzione di un termovalizzatore a Roma che, secondo il leader dei pentastellati, è un provvedimento che "va contro la tradizione del Movimento 5 Stelle perchè un altro punto che abbiamo rappresentato al premier Draghi è che noi non siamo qui per predicare la transizione ecologica di giorno e per consentire nuove trivellazioni di notte".

Molro duro il commento dei deputati di Alternativa che parlano di"marketing da parte del Movimento Cinque Stelle" e accusano:"l'ultimatum di Conte si è trasformato nell'ennesimo penultimatum e il governo ha deciso di mettere la fiducia sul decreto aiuti, la 52ma in 15 mesi di governo Draghi". Per i deputati di Alternativa, l'incontro tra Conte e il premier è solo una "pantomima" che "ha fatto sciogliere al sole gli scarsi residui di credibilità di questo ridicolo esecutivo". Un governo che, secondo gli ex grillini, "invece di occuparsi dei problemi veri di un Paese allo stremo si è messo a perdere tempo dietro al finto ricatto del curatore fallimentare del M5s, che non è stato in grado di andare oltre le minacce per poi finire a fare ammuina".

Non è tenero nemmeno Francesco Lollobrigida, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, che attacca: "Il M5S si è ridotto a pietire per giorni un incontro con il presidente Draghi e, dopo aver posto l'ennesimo 'penultimatum' su temi presentati come battaglie imprescindibili, si accontenta di due pacche sulle spalle".

E ancora: "Gli oltre dieci milioni di elettori che hanno scelto quello che, dal 2018, fu il più grande partito italiano non meritano questo trattamento. Se avessero un pò di dignità, gli esponenti Cinquestelle dovrebbero ammettere i propri errori".

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