Il prezzo del gas continua a volare con la minaccia dello stop alle forniture russe attraverso il Nord Stream. E l'Algeria, ormai tra i maggiori fornitori dell'Unione europea, ha deciso di far valere tutto il suo peso contrattuale. Tanto che ieri la compagnia di idrocarburi statale Sonatrach, per bocca del suo amministratore delegato, Toufik Hekkar, ha annunciato di voler aumentare i prezzi del gas e di aver avviato contatti con i partner europei per rivedere le clausole contrattuali delle forniture. «Sonatrach - ha spiegato - ha deciso di attivare la clausola di revisione dei prezzi alla luce del forte aumento delle quotazioni del gas a livello internazionale». Hekkar ha aggiunto che con tre partner europei è stato già raggiunto un accordo, mentre con gli altri le trattative sono in corso. Non è tra questi l'Italia, che si è mossa in anticipo per garantirsi i nuovi approvvigionamenti e i contratti che legano la società algerina con l'italiana Eni arrivano fino al 2027.
Lo scorso aprile l'Eni - su indicazione del governo - aveva chiuso un accordo con Sonatrach per incrementare le forniture di gas algerino e ridurre la dipendenza da quello russo. Con quella firma, l'Algeria è diventata il primo fornitore di gas dell'Italia. Già nel 2021, il Paese nordafricano ci forniva 21 miliardi di metri cubi (era il secondo, dopo la Russia che ne forniva 29). Gli accordi di aprile prevedevano volumi crescenti di gas a partire dal 2022, per arrivare a 9 miliardi di metri cubi aggiuntivi all'anno entro il 2023-24 attraverso il gasdotto Transmed, che congiunge l'Algeria all'Italia. A maggio, poi, l'intesa si è ulteriormente rafforzata con l'accordo di Roma che vede Eni impegnata nello sviluppo di alcuni nuovi giacimenti di gas scoperti da Sonatrach in Algeria, che garantiranno in prospettiva ulteriori 3 miliardi di metri cubi all'Italia. Il peso delle forniture algerine lo si vede già nei dati giornalieri: lo scorso sabato ne sono entrati 54 milioni di metri cubi, contro i circa 30 di gas russo.
L'Algeria ha contratti in Europa, oltre che con l'Eni in Italia, con Cepsa ed Endesa in Spagna, con Engie in Francia, con Galp in Portogallo. E gli affari per la Sonatrach vanno molto bene: l'azienda a controllo statale ha esportato nei primi cinque mesi del 2022 idrocarburi per 21,5 miliardi di dollari, con un aumento del 70% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Pochi giorni fa, la società aveva annunciato di aspettarsi ricavi fino a 50 miliardi di dollari, grazie all'aumento dei prezzi del petrolio.
L'Algeria, membro dell'Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio (Opec), produce più di un milione di barili di
greggio al giorno e la sua economia dipende dagli idrocarburi per circa il 90%. Questo nonostante il presidente Abdelmadjid Tebboune, eletto a fine 2019, abbia nella sua agenda un percorso di diversificazione dell'economia.
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