La spirale di violenza sembra non avere tregua. Ieri i combattimenti in Israele e sulla Striscia di Gaza sono andati avanti. Nel pomeriggio due lavoratori thailandesi sono stati uccisi e diversi civili e un soldato sono rimasti feriti da colpi di mortaio sparati da Hamas verso le comunità agricole al confine con Gaza. Almeno altri 10 civili sono rimasti feriti a seguito di una scarica di oltre 50 proiettili che hanno colpito il Consiglio regionale di Eshkol. Un soldato di 19 anni è stato anche ferito con schegge quando un mortaio ha colpito il valico di Erez dove la sua unità stava assistendo al trasferimento di carichi di aiuti umanitari nella Striscia. Israele aveva pure riaperto il valico di Kerem Shalom per consentire il passaggio di camion con carichi di carburante, medicinali, mangimi per animali per Gaza. In seguito al bombardamento però il valico è stato chiuso.
Decine di razzi sono stati tirati anche contro le città di Ashdod, Ashkelon e Beersheba. Tsahal, le forze armate dello Stato di Israele, hanno dichiarato di aver colpito un sito di lancio sotterraneo, lanciarazzi appartenenti ad Hamas nel campo profughi Al-Moazi e altri due lanciarazzi nella enclave. Ieri anche uno sciopero generale di tutte le fazioni palestinesi si è esteso agli interi Territori e ai sobborghi arabi di Israele. Poi è arrivato il commento di Benjamin Netanyahu: «I nostri nemici impareranno la lezione», i raid «continueranno finché necessario».
All'inizio della giornata, i militari hanno affermato di aver bastonato anche un'altra cellula della Jihad islamica che si preparava a lanciare razzi verso Israele. Nonostante le richieste di cessate il fuoco, il ministro della Difesa Benny Gantz ha precisato che «la comunità internazionale deve capire che è stato il gruppo terroristico di Hamas ad aprire il fuoco e che continua a sparare indiscriminatamente contro le popolazioni civili, ne ha la responsabilità e ne sta pagando il prezzo». I bombardamenti sono arrivati dopo una tregua della violenza durante la notte, nonostante Hamas avesse minacciato che avrebbero sparato su Tel Aviv.
Dall'inizio delle ostilità, lunedì scorso, i razzi lanciati da Gaza contro Israele sono stati 3.440, intercettati al 90 per cento dal sistema Iron Dome e di questi circa 500 sono ricaduti all'interno della Striscia. L'aeronautica militare israeliana ha anche colpito la fase D della «metro» di Hamas distruggendone 10-15 chilometri. E ci sono stati nuovi attacchi sul quartiere Rimal a Gaza City. Sono stati invece 120 gli obiettivi colpiti nelle ultime 24 ore nella Striscia. E un totale di 65 lanciatori sono stati distrutti negli ultimi tre giorni.
Ma gli scontri continuano anche in Cisgiordania. Due soldati un uomo e una donna sono rimasti feriti alle gambe nella sparatoria vicino all'insediamento di Beit El a seguito di una rivolta di centinaia di palestinesi all'ingresso della città di Ramallah. Poco dopo, è morto un 25enne, Mohammad Hamid, colpito all'ingresso di Al-Bireh. Mentre dopo essere stati costretti ad allontanarsi dalla Porta di Damasco della Città Vecchia dalle forze di polizia, centinaia di palestinesi hanno iniziato una manifestazione violenta nel quartiere di Sheikh Jarrah. La fine dei combattimenti quindi non è così scontata.
Il colonnello Jonathan Conricus ha infatti intimato: «Se Hamas non pone fine ai suoi attacchi non ci sarà nessuna de-escalation» E il portavoce militare Hidai Zilberman ha aggiunto che Tsahal ha «una notte intensa davanti». Tra gli obiettivi c'è pure il comandante delle Brigate Qassam Mohammed Deif.
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