Il governo Conte seppellisce il modello Genova. A meno di due anni dal crollo (14 agosto 2018) il ponte Morandi riapre: ieri alle 9,57 la prima automobile ha percorso il viadotto di Genova ricostruito dopo la tragedia che provocò 43 morti. Ma non si sa ancora chi dovrà collaudare e gestire il nuovo ponte. Perché se il modello Genova è stata una macchina perfetta, a Roma l'esecutivo guidato dall'avvocato del popolo si è inceppato: dopo due anni non ha ancora deciso se revocare o no la concessione autostradale ad Atlantia. E così l'unica opera che in Italia è stata realizzata con standard e tempi europei rischia di trasformarsi in un belvedere su Genova e il mar Ligure. «Abbiamo urgenza di sapere a chi dobbiamo consegnare il ponte e chi si dovrà occupare del collaudo finale. È un passaggio obbligato per aprire il ponte, mentre il collaudo statico e tutti gli altri collaudi li faremo noi. Se non arriveranno risposte, ho già detto che siamo pronti a risalire il Tevere in barca», ha avvisato il commissario per la ricostruzione del Ponte e sindaco di Genova, Marco Bucci, durante il sopralluogo di ieri mattina insieme con il segretario della Lega Matteo Salvini e il governatore della Liguria Giovanni Toti.
A Palazzo Chigi c'è un premier che però cade dalle nuvole. «Sto sollecitando i ministri competenti a fare le proposte visto che dobbiamo chiudere il dossier Autostrade. Io sono pronto e vorrei definire la pratica nei prossimi giorni», risponde Conte, ospite de Ilfattoquotidiano.it. Il 30 giugno, potrebbe scattare la risoluzione automatica della concessione.
Intanto, ieri, il Cda di Autostrade per l'Italia ha inviato al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti una lettera in cui comunica «la volontà della società di proseguire - anche successivamente al 30 giugno 2020 - le interlocuzioni per la definizione concordata della procedura di contestazione avviata il 16 agosto 2018». In attesa di una svolta, la prima auto, con a bordo Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild, il gruppo che ha realizzato l'opera, ha attraversato il ponte.
L'inaugurazione del nuovo Morandi (prevista la partecipazione di Sergio Mattarella) è in programma il primo agosto. Ma rischia di slittare per l'incertezza del governo e le liti romane sul dossier Autostrade. «Tornerò per l'inaugurazione, sperando che ci passino le macchine sopra. Se il governo non decide, avremo un ponte con il nastro tagliato e sarà un'ottima panoramica sul Mar Ligure e sul porto di Genova, ma null'altro - attacca Salvini - Il ponte rischia di rimanere fermo, senza macchine sopra, perché il Pd e i 5 Stelle stanno ancora litigando sulla concessione di Autostrade».
L'ex ministro dell'Interno incassa i ringraziamenti del governatore Toti: «Il modello Genova non può restare chiuso a Genova e in Liguria, ostaggio di cantieri e inchiodata nel traffico, ma deve essere applicato a tutte le opere ancora ferme nel nostro Paese. Solo così si riparte. Senza l'allora vice premier Matteo Salvini e senza l'allora viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi il decreto Genova non sarebbe stato lo stesso e il modello Genova sarebbe rimasto solo sulla carta».
Ma ora, al netto di
complimenti e ringraziamenti, va sciolto il nodo sulle concessioni autostradali: in caso di revoca, il governo dovrà incaricare l'Anas o un'altra società statale di effettuare l'apertura e occuparsi della gestione del viadotto.
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