In un giorno altri 1.367 positivi. Ma mai fatti così tanti tamponi

Oltre 93mila test, più di 16mila soltanto in Lombardia. Più decessi (13) ma inclusi vecchi casi registrati ieri

In un giorno altri 1.367 positivi. Ma mai fatti così tanti tamponi

Il record di ieri nel bollettino di giornata sul fronte Covid-19 - una partita che sembrava vinta e che invece è tornata in bilico - è positivo e riguarda i tamponi. Mai così tanti messi a referto nemmeno durante la fase più calda di marzo e aprile: 93.529. E con ben tre regioni sopra quota 10mila: la Lombardia (16.561), il Veneto (16.102) e l'Emilia-Romagna (10.757). Il record è provocato dal gran numero di test che vengono fatti a chi rientra dalle vacanze, spesso già negli aeroporti e nei porti.

Un dato che permette di digerire e «normalizzare» un ulteriore aumento dei casi positivi rispetto a martedì: 1.367 ieri, il dato più alto dal 12 maggio, ovvero 106 giorni fa, quando furono 1.402. Martedì i nuovi positivi erano molti meno, 878. In sole ventiquattr'ore i nuovi contagi sono aumentati del 55,7 per cento. Ed è aumentato anche il tasso di positivi rispetto ai tamponi effettuati: martedì era stato dell'1,21 per cento, ieri si è «sollevato» fino all'1,46 per cento. Più alto nelle ultime settimane era stato soltanto il 23 agosto, quando con 1.210 positivi a fronte di 67.371 test messi a referto si era arrivati all'1,79 per cento.

Andando a esaminare la distribuzione geografica dei contagi, si nota una sempre maggiore omogeneità geografica. Nei mesi «rossi» della pandemia e anche nella fase di flessione le quattro regioni più colpite del Nord (Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto) monopolizzavano la scena. Per dire, in quel 12 maggio appena citato, dei 1.402 contagi conteggiati, 1.240 quaranta arrivavano da quei quattro territori, vale a dire l'88,44 per cento. Ieri invece del 1.367 contagi evidenziati, «solo» 611 sono arrivati dal quadrilatero della paura, ovvero il 44,70 per cento, vale a dire una percentuale dimezzata rispetto a due mesi e mezzo fa. Certo, la Lombardia è sempre in testa con 269 nuovi casi, ma ora al secondo posto c'è il Lazio con 162 casi e al terzo la Toscana con 161. Seguono il Veneto con 147, la Campania con 135 e l'Emilia-Romagna con 120. In pratica la classifica del Covid-19 prende di giorno in giorno sempre di più la silhouette demografica del Paese. Più abitanti uguale più contagi, insomma. Non esiste più uno «specifico» settentrionale, visto che le vacanze e anche i comportamenti incauti di molti accaniti «movidisti» hanno redistribuito il contagio, rendendolo più democratico. Se questa è una cosa positiva non sta certo a noi dirlo.

Positivo è di certo considerare che il sistema ospedaliero è in zona totalmente «verde», senza alcuna pressione da Covid. I ricoverati sono ancora pochi: 1.124, dei quali 1.055 con sintomi relativamente lievi e quindi in reparti ordinari, e 69 in terapia intensiva. L'altro ieri i numeri erano molto simili: sempre 1.124 ricoverati in totale, con 1.058 «ordinari» e 66 più gravi. In pratica i nuovi 1.039 attualmente positivi (che corrispondono ai nuovi positivi meno i decessi e i guariti) sono tutti andati a rimpolpare il poco angosciante numero di coloro che sono a casa in isolamento domestico, presumibilmente senza sintomi o quasi.

Crescono i morti: 13 ieri, il dato più alto dall'8 agosto, quando furono lo stesso numero.

Un dato che non deve preoccupare visto che è rimpolpato dai 9 casi del Veneto, che però sono frutto di un riconteggio di vecchi casi. Va detto anche che il 12 maggio, giorno che abbiamo scelto come elemento di raffronto, i morti erano stati 172.

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