Altro che generazione Erasmus. Altro che investimenti sui giovani. Il rottamatore rottama l'istruzione. In tempi di spending review dura, il governo sta tagliando tutto il tagliabile. Anche le borse di studio per l'università e i fondi per i corsi estivi delle superiori. In un momento di profonda crisi economica, in cui le famiglie a stento riescono a sostenere un'iscrizione all'università (le immatricolazione hanno subito un calo di almeno 30mila iscritti), il governo scommette sui tagli lineari anziché puntare tutto sui giovani.
I numeri non lasciano vie di fuga. E, se il premier Matteo Renzi non dovesse cambiare la rotta, a settembre molte famiglie indigenti non riusciranno a iscrivere il figlio all'università. Le prime avvisaglie stanno arrivando già in queste settimane. Come denuncia il Messaggero, infatti, il Miur non è in grado di sostenere i corsi di recupero per i liceali con uno o più debiti da "saldare" a settembre. "Negli ultimi quattro anni - spiega Camilla Mozzetti - i fondi necessari ai corsi di recupero estivi sono crollati del 50%, con una sottrazione di oltre 180 milioni di euro". E questo è solo l'inizio. Perché la mannaia di Renzi calerà soprattutto sulle università. Il ministero di viale Trastevere sta, infatti, mettendo a punto un piano per inasprire le regole per l'assegnazione degli assegni. Per esempio, nella bozza del decreto, vengono esclusi "gli studenti che entro 25 anni non siano iscritti al primo anno di un corso di laurea" e quelli che "al compimento del 32° anno non abbiano presentato l'iscrizione a un corso di laurea magistrale". E ancora: saranno aumentati i crediti formativi necessari a ottenere la borsa di studio. In questo modo, quindi, gli assegni verrebbero ridotti del 30% e la borsa negata ad almeno 50mila studenti. "Una proposta inaccettabile - spiega il coordinatore nazionale dell'Udu, Gianluca Scuccimarra, al Messaggero - in un contesto già gravissimo, in cui si garantisce una borsa solo a pochi iscritti".
Al Miur, intanto, il ministro Stefania Giannini lavora al Piano scuola.
Sul tavolo anche una stretta sul lavoro degli insegnanti (autovalutazione e formazione del corpo docente e ispezione del lavoro svolto). Ma, come fa notare la stessa Giannini, bisognerà prima "capire quante risorse il governo potrà mettere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.