È la guerra mossa e voluta dall'Iran. Ad Hamas missili e soldi da Teheran

La conferma dell'alto ufficiale palestinese della Jihad islamica: "Il denaro e le armi in uso oggi vengono tutte dagli ayatollah"

È la guerra mossa e voluta dall'Iran. Ad Hamas missili e soldi da Teheran

Ma non era così misera Gaza? oppressa, «occupata» anche se gli israeliani se ne sono andati già nel 2005? E allora da dove vengono le centinaia di missili al giorno con cui Israele è stata irrorata da una settimana? Lo spiega bene un alto ufficiale palestinese della Jihad Islamica, Ramez al Halabi: «I missili con cui bombardiamo Tel Aviv, le nostre armi, i nostri soldi, il nostro cibo, sono tutte forniture iraniane». Anche il segretario di Hamas, Yahya Sinwar, l'aveva già detto nel 2017: «Senza assistenza iraniana, non potremmo sparare i missili, il generale Soleimani ha messo a nostra disposizione la forza della Guardia Rivoluzionaria». Ovvero, dell'esercito di conquista iraniana.

Le altre testimonianze del continuo e buon uso delle centinaia di milioni di dollari che il regime degli Ayatollah fornisce alla guerra di Gaza coprono decenni. E non si tratta di aiuti umanitari: per esempio una complessa operazione di trasferimento dei potenti missili Kornet tramite Hezbollah è stata curata da Kassem Soleimani stesso nel 2020, la sua diretta supervisione del training militare di Gaza è certificata dalla tv iraniana Al Alam nel 2021, il capo di Hamas stesso, Ismail Haniya, nel maggio 2020 ripete: «L'Iran non ha mai esitato nel sostegno della resistenza, finanziariamente, militarmente ed economicamente». Al funerale di Soleimani, Hanye aveva un posto d'onore e Al Arouri, suo vicecapo, disegna l'obiettivo: presto ci sarà una nuova Intifada. Sinwar chiarisce lo scopo: «È per la battaglia per Gerusalemme». La Guerra Santa unisce sciiti e sunniti sul campo di battaglia. Già prima della guerra, da Teheran la si annuncia, in un giorno in cui le marce d'odio e i roghi di bandiere con la Stella di David sono il leitmotiv.

Teheran è la prima a dichiarare guerra, ma dopo averci pensato bene. Hamas è pronta? In Iran se ne discute, si valuta e si soppesa. Ma sì, Hamas deve colpire, sta per conquistare tutto il campo palestinese, Israele ha una crisi politica, Trump è andato a casa, la botta della Pace di Abramo è meno consistente: la guerra lancerà una forte messaggio a chi deve capire, mentre è in corso la trattativa per il rinnovamento del Jcpoa a Vienna, col nuovo presidente americano. Il lancio di missili è smisurato anche rispetto alle altre guerre, mai si è toccato le vette raddoppiate e triplicate di questo scontro. Ma dopo una settimana con la leadership decimata, la Striscia in rovina, gli assetti strategici fondamentali distrutti, Hamas ha seguitato a sparare: l'Iran non gradisce, sembra, che i mallevadori possano essere l'Egitto e il Qatar, vuole tenere le redini. E i missili sono ancora tanti, Fajr 3 e 5, M302, i più grossi con la gittata fino ai 250 chilometri dello «Ayash». La guerra preparata molto a lungo e nell'ambito della grande strategia iraniana ha riempito Hamas di nuove tecnologie e le ha fornito la grande risorsa, ora distrutta, delle gallerie sotterranee, come agli Hezbollah.

È responsabilità di tutti spezzare la catena per cui la forza incendiaria dell'Iran mette a ferro a fuoco palestinesi tenuti come popolo ostaggio, Siria, Libano, Yemen e usa la guerra contro la popolazione civile di Israele come arma d'elezione.

La guerra, però, la si può perdere, e Israele ha già insegnato questa lezione due o tre volte ai suoi nemici. Adesso sempre di più inoltre molti Stati arabi vedono Hamas per quello che è. Uno strumento del loro peggiore nemico.

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