Tra trattative e tentativi di dialoghi continuano i raid e gli scontri nella Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha ordinato un'altra evacuazione di massa per le zone centrali di Gaza. In un post su X, il portavoce militare israeliano Avichay Adraee, ha esortato i palestinesi nelle aree all'interno e intorno al campo profughi urbano di Maghazi ad andarsene perché le forze israeliane opereranno in queste aree «in risposta al lancio di razzi palestinesi». La maggioranza della popolazione di Gaza è già stata sfollata dai combattimenti con circa l'84% del territorio della Striscia sottoposto a ordini di evacuazione.
Le autorità sanitarie di Gaza, sotto il controllo di Hamas, quindi non completamente attendibili, hanno divulgato l'ultimo bilancio delle vittime palestinesi che è salito oltre i 40mila morti, 40.074 per la precisione con almeno 92.537 feriti. La maggior parte, secondo le autorità, sono donne e bambini. Secondo le stesse fonti i servizi di emergenza continuano a faticare per raggiungere le numerose vittime e i cadaveri rimasti intrappolati sotto le macerie o sparsi sulle strade anche perché spesso i servizi di emergenza e le squadre della protezione civile finiscono nel mirino dei raid.
Tra le tante storie al limite tra dramma e cronaca ce n'è una che sfiora l'assurdo p che riguarda una famiglia di Gaza: tutte le 18 persone di un nucleo familiare sono rimaste uccise a causa di un attacco aereo dell'esercito israeliano. L'attacco ha colpito una casa e un magazzino adiacente all'abitazione che ospitava sfollati all'ingresso della città di Zawaida. Un reporter dell'Associated Press ha contato le vittime man mano che venivano portate in ospedale. Tra gli uccisi c'è un grossista identificato come Sami Jawad al-Ejlah, che si coordinava con l'esercito israeliano per portare carne e pesce a Gaza. Tra i morti ci sono anche le sue due mogli, 11 dei loro figli di età compresa tra i 2 e i 22 anni, la nonna dei bambini e altri tre parenti, secondo l'elenco delle vittime fornito dall'ospedale. «Era un uomo pacifico», ha detto Abu Ahmed, un vicino che è rimasto leggermente ferito nell'attacco. Secondo le testimonianza, al momento del raid più di 40 civili si stavano rifugiando nella casa e nel magazzino accanto all'abitazione.
Oltre all'emergenza vittime, con i civili vittime innocenti, prosegue senza sosta anche l'emergenza umanitaria. «Abbiamo bisogno di una pausa anti-polio, in modo che i vaccini possano arrivare a Gaza ed essere distribuiti in sicurezza prima che sia troppo tardi. E soprattutto, abbiamo bisogno di un cessate il fuoco», ha detto la direttrice generale dell'Unicef, Catherine Russell. «La ricomparsa della poliomielite a Gaza dopo un quarto di secolo è un altro segnale preoccupante di quanto caotica, disperata e pericolosa sia diventata la situazione. Non possiamo permettere che la polio si diffonda a Gaza e minacci tutti i bambini della regione.
Ma per prevenire la diffusione della polio, abbiamo bisogno di condizioni sul campo che non sono state presenti a Gaza per 10 mesi, con accesso alle forniture necessarie e sicurezza per gli operatori sanitari che somministreranno i vaccini», ha aggiunto Russell.
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