I vangeli scomodi che il Papa regalò a Fidel Castro

I pensieri di don Pronzato riproposti nel libro curato da padre Sapienza. "Il peccato più grande? Il vuoto"

I vangeli scomodi che il Papa regalò a Fidel Castro
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«Abbi paura del vuoto. Il peccato per eccellenza è proprio il vuoto». Certo, il vuoto non compare nella lista dei vizi capitali, e non è neppure stigmatizzato dai dieci comandamenti. Chi cercasse il «peccato del vuoto», definito con precisione dalla dottrina, rimarrebbe deluso. Ma Alessandro Pronzato, «Don Sandro», non era un uomo da codicilli (seppure biblici). Don Sandro, nato a Rivalba, provincia di Alessandria, «sulla sponda destra del Po», nel 1932 e morto a Lugano nel 2018, sacerdote dal 1956, era un prete scrittore, di più: un uomo di fede che aveva trovato (anche) nella penna il suo modo di servire il Signore. E nel 1965 aveva pubblicato un libro che sarebbe diventato un bestseller, tradotto in una ventina di lingue: Vangeli scomodi.

Essendo «scomodi», anche i Vangeli di Don Pronzato, come del resto gli originali su cui rifletteva, avevano suscitato dibattito e critiche. Ma che quella fosse la sua strada, ne aveva avuto conferma perfino da Paolo VI: «Vada avanti, non badi ai parrucconi» gli aveva detto il Papa. E se non era un segno quello... Lo era a tal punto che qualche decennio dopo, nel 2015, un altro Papa, Francesco, decide di portare quei Vangeli scomodi con sé a Cuba: va a incontrare Fidel Castro e vuole portargli un regalo. E allora si rivolge a un autore che ama moltissimo, Don Sandro appunto, che Francesco definisce «suscitatore di inquietudini» (così in un bigliettino che gli aveva inviato, inaugurando un rapporto personale che sarebbe durato fino alla morte del sacerdote, come ha raccontato Avvenire). E, se uno è un «suscitatore di inquietudini», si capisce perché il vuoto per lui sia il «peccato per eccellenza».

Don Pronzato era un uomo di Dio che aveva deciso di aprire la propria fede al mondo, raccontandola in oltre cento libri, di cui quattro pubblicati soltanto nel 1974: si intitolavano Le seduzioni di Dio, Le provocazioni di Dio, Gli appuntamenti di Dio e Le sorprese di Dio e oggi se ne può leggere una sintesi in un nuovo volume, Le improvvisazioni di Dio, edito da Gribaudi e curato da Padre Leonardo Sapienza. È stato proprio Padre Sapienza, Prefetto della Casa Pontificia e grande amico di Don Sandro, a occuparsi di distillare «sotto 99 voci 684 pensieri densi e fulminanti, per aiutare una sana, pacata, quieta riflessione». Come spiega nella sua Presentazione, qualcuno aveva consigliato a Don Sandro di non scrivere più libri di meditazione, per motivi, diciamo così, di strategia editoriale: «Più nessuno, oggi, fa meditazione, salvo forse le suore». Se era vero negli anni '70, figuriamoci oggi... Eppure, come i Vangeli scomodi, anche quei libri di meditazione furono un successo; eppure, tanto più oggi come allora, proprio perché sembra così radicalmente inattuale, c'è bisogno di meditare. Perché vale esattamente ciò che possiamo leggere alla voce «Preghiera»: «Allorché non hai voglia di pregare; ti senti sfiduciato, arido; non hai niente da dire al Signore; hai tante altre cose per la testa... Ecco, è il momento ideale per pregare». E quindi, proprio nel presente, in cui c'è tempo per tutto tranne che per fermarsi e, anzi, pare che occupiamo ogni istante del giorno e della notte, proprio per non fermarci e non meditare e non pregare, queste Improvvisazioni di Dio si offrono come una occasione per invertire la rotta. «Con la preghiera è possibile veramente inventare, costruire un mondo nuovo. Dentro di noi e fuori di noi».

E allora la preghiera (quella vera: esistono infatti i «profanatori della preghiera», esistono preghiere che «sono bestemmie») è uno degli antidoti a quel peccato del vuoto; infatti, scrive Don Pronzato, quelli che non pregano «sono poveri nonostante gli stracci sgargianti che sventolano come bandiere, nonostante i loro libri, le disquisizioni, il gergo e la loro problematica che non aiuta a vivere». Vuoto è infatti l'uomo che, incapace di ospitare Dio, si fa abitare da tutt'altro: «Bada a non riempire il vuoto con l'inutile» è un altro «avvertimento» (citando Montale), perché il vuoto non ama restare tale; e però «non può essere colmato da qualcosa. Può soltanto essere riempito da Qualcuno».

Quanto sia attuale il bisogno di queste Improvvisazioni di Dio, ciascuno potrà scoprirlo leggendo le

centoventi pagine del volume di Don Pronzato. Scrive ancora Padre Sapienza che «nell'agitazione frenetica della società contemporanea» la meditazione è «una medicina necessaria». Possiamo autoprescrivercela, ed è perfino gratis.

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