Indagato Laus, terremoto tra i dem

Nel mirino l'uso dei fondi nella coop del parlamentare. "Nessuno mi ha informato"

Indagato Laus, terremoto tra i dem

Scossa di terremoto nell'universo dem torinese: Mauro Laus - deputato che ha in mano il Pd targato Piemonte -, è stato iscritto nel registro degli indagati per fatti che riguardano la cooperativa Rear, colosso nei servizi che vanno dalla vigilanza alla sicurezza, passando per l'accoglienza ed i grandi eventi. Laus - tra i fondatori della coop - dopo esserne stato presidente, ora è tra i soci della multiservizi. Il reato ipotizzato è da ricercarsi in presunte condotte disinvolte - per così dire -, riconducibili alla «malversazione di erogazioni pubbliche»: il sospetto dei pm è che il deputato Pd abbia utilizzato una parte dei fondi pubblici destinati alla Rear in maniera non corretta, spendendoli per questioni private. L'indagine ha preso il via dopo un controllo della Guardia di Finanza negli uffici della cooperativa e della Regione Piemonte - dove Laus è stato prima consigliere con Mercedes Bresso e poi con Sergio Chiamparino, ricoprendo il ruolo di presidente del Consiglio - e del Forte di Bard, in Valle d'Aosta. Il sequestro di contratti, registri contabili e bilanci, ha mandato in fibrillazione il cerchio magico che ruota intorno al deputato dem. Scontato che ora il faro dell'inchiesta punti sui suoi fedelissimi, visto che diversi documenti sul tavolo dei pm, riguardano anche la loro attività all'interno della multiservizi. Tra questi Mimmo Carretta, dipendente della Rear in aspettativa, che dopo essere stato segretario provinciale del Pd, è assessore ai Grandi Eventi e allo Sport nella giunta del sindaco di Torino Stefano Lo Russo, del quale è stato sostenitore dalla prima ora. Chiude la «triade Laus», Maria Grazia Grippo che - forte delle oltre mille e 200 preferenze ottenute alle ultime elezioni - occupa la sedia più alta di Sala Rossa, come presidente del Consiglio comunale. Giornalista, da maggio 2018 a dicembre 2021 si è occupata del settore comunicazione della Rear.

Lunga è la lista delle commesse pubbliche ottenute dalla cooperativa, tra queste quelle per il Museo Egizio di Torino, il Parco della Musica di Roma e i Musei Civici di Verona. Sotto la lente degli inquirenti, anche l'acquisizione di una quota da 15mila euro del capitale del consorzio nazionale servizi di Bologna. Il fatturato della Rear è di 30 milioni di euro e conta mille e 500 dipendenti che più di una volta hanno lamentato stipendi da fame, a cinque euro lordi l'ora. Una denuncia che nel 2012 aveva avuto un'eco tale, da indurre il regista Ken Loach a dare forfait al Torino Film Festival e non ritirare il premio «Grande Torino», in segno di solidarietà con i lavoratori della cooperativa al Museo del Cinema. I rumors sulla cooperativa riguardano anche i così detti «appalti sotto soglia», con sconti che - mormorano i maligni - la maggior parte delle aziende non riesce a praticare.

L'onorevole Laus dichiara di «non aver nulla da temere» ma in tono piccato sottolinea come «nonostante la legge Cartabia abbia introdotto il divieto per le procure di fornire informazioni sulle indagini, alcuni giornalisti sono più informati di me».

Cosa succederà nel Pd torinese dipende dallo sviluppo delle indagini. Per ora la linea tra i dem è quella garantista, ma la vicenda potrebbe diventare un'affilata arma per un regolamento di conti all'interno del Pd. Non solo quello piemontese.

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