Lavrov: "Finirà il mondo dominato dagli Stati Uniti. No alla guerra all'Europa"

Quella in Ucraina, che i russi si ostinano a non chiamare con il nome di guerra, è una sfida a tutto il mondo

Lavrov: "Finirà il mondo dominato dagli Stati Uniti. No alla guerra all'Europa"

Quella in Ucraina, che i russi si ostinano a non chiamare con il nome di guerra, è una sfida a tutto il mondo. Si era capito da tempo. Ma ieri la Weltaschauung di Serghei Lavrov, ministro degli Esteri russo e spesso autorevole portavoce del pensiero di Vladimir Putin, è apparsa chiara e molto a fuoco: «L'operazione militare speciale della Russia in Ucraina - proclama Lavrov - costringerà l'Occidente a smettere di spingere per un cosiddetto ordine mondiale unipolare dominato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati». Se non è una dichiarazione di guerra (fredda) questa.

A Mascate, capitale dell'Oman, dove è in visita per incontrare il suo omologo Sayyid Badr Albusaidi, il ministro russo si lancia in una spericolata ma spietata analisi geopolitica: «Speriamo e ci aspettiamo che la finalizzazione della nostra operazione militare e il raggiungimento di tutti i suoi obiettivi contribuiscano a fermare i tentativi dell'Occidente di minare il diritto internazionale e di ignorare e violare i principi della Carta dell'Onu, compreso il principio dell'uguaglianza sovrana degli Stati».

Insomma, Lavrov fa come il marito fedifrago che tradisce la moglie e poi racconta di averlo fatto perché lei lo trascurava. La versione di Serghei è che tutta la colpa dell'aggressione dei russi all'Ucraina è dell'Occidente, che per tanto tempo non ha tenuto nel debito conto le sacrosante istanze di Mosca. Quindi l'Occidente non solo ha provocato la guerra, ma si è anche rifiutato di fermarla una volta scoppiata. «Parlando di un ruolo più ampio di quello strettamente umanitario che le Nazioni Unite avrebbero potuto svolgere - dice Lavrov - con mio profondo rammarico il segretariato delle Nazioni Unite, compreso il segretario generale, hanno perso l'occasione di raggiungere una soluzione politica a causa dell'assoluta mancanza di reazione allo sfacciato sabotaggio da parte del regime di Kiev per i lunghi sette anni della risoluzione 2022 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che ha approvato gli accordi di Minsk». Lavrov si riferisce al trattato stipulato tra il 2014 e il 2015, in seguito alla crisi della Crimea e alla rivoluzione di Maidan che «occidentalizzò» l'Ucraina, che avrebbe dovuto regolare la situazione nel Donbass ma che è stato disatteso da entrambe le parti in molti dei tredici punti.

Insomma, come sempre Lavrov mischia le carte con la sua astuzia e la sua dialettica da falco. Travestito ogni tanto da innocuo passerotto. Come quando garantisce, sempre dall'Oman, che «la Russia non vuole una guerra in Europa mentre l'Occidente sostiene che la Russia debba essere sconfitta». E che è ancora una volta colpa di Kiev se «le navi cariche di grano e cereali attualmente sono bloccate nei porti». Gli ucraini infatti hanno «piazzato delle mine nei porti dove si trovato le navi cariche di grano impedendogli di partire». Una visione che spinge il premier italiano Mario Draghi a un empito di ottimismo. «Con Joe Biden abbiamo parlato della crisi alimentare provocata dal blocco di grani vari dall'Ucraina perché i porti sono bloccati. Lavrov ha detto che sono bloccati perché i porti sono minati. Questo può essere un primo esempio di dialogo che si costruisce tra le due parti per salvare decine di milioni di persone».

Ma torniamo a Lavrov. Che torna a fare la vittima dell'Occidente, che ha molta della responsabilità del fatto che esista un problema di rifornimento dei cereali prodotti in Ucraina, uno dei «granai» del mondo: «Le azioni della Russia non influenzano in alcun modo i problemi legati all'approvvigionamento di cereali nel mondo: questi problemi sono legati esclusivamente alle illegali sanzioni occidentali».

Poi però il passerotto torna falco e minaccia senza tanti giri di parole l'Occidente che pensa di poter ricattare la Russia tagliando l'acquisto di energia: «Abbiamo abbastanza acquirenti per i nostri idrocarburi dice Lavrov - lavoreremo con loro e

lasceremo che l'Occidente paghi molto di più di quanto ha pagato la Federazione Russa e spiegheremo alla sua popolazione perché sarà più povera». Il fedifrago Lavrov è pronto ad arrampicarsi sugli specchi una volta di più.

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