Dal primo ottobre obbligo di green pass per bar, ristoranti e dipendenti pubblici. Scontro sui trasporti

La Lega si oppone all'inclusione di tram e bus Salvini avverte: "Statali? No a nuove restrizioni". Si allontana la fiducia sul decreto alla Camera. La richiesta dei sindacati alle imprese: tamponi gratis per i lavoratori e niente licenziamenti

Dal primo ottobre obbligo di green pass per bar, ristoranti e dipendenti pubblici. Scontro sui trasporti

Il conto alla rovescia per l'estensione dell'obbligo del green pass è iniziato. Ma le resistenze anche all'interno della maggioranza sono forti. Dai primi di ottobre di fatto la carta verde dovrebbe diventare indispensabile per quasi tutte le attività (lavorative e ricreative) e per accedere ai servizi. Sicuramente per i lavoratori del settore pubblico. Ma anche le aziende private dovrebbero essere coinvolte. Ma il leader della Lega, Matteo Salvini, sull'estensione ai dipendenti pubblici già alza le barricate: «Mi fido degli italiani: non voglio imporre loro nuovi obblighi o nuove restrizioni. Chiederò a Draghi che intenzioni ha», avverte Salvini.

All'interno della maggioranza l'unanimità sulle categorie che non potranno farne a meno è ancora lontana ma la strada delineata dal premier Mario Draghi, fortemente sostenuta dal ministro della Salute, Roberto Speranza, non offre margini di manovra e scappatoie. I dipendenti pubblici e tutti gli addetti dei settori dove il pass era già obbligatorio per i clienti dovranno munirsi di green pass. Il trasporto pubblico però resta fuori: su bus locali, chiosa Salvini, «sarebbe una follia». Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle regioni, ha ribadito anche il no della Lega all' obbligo vaccinale per tutti destinandolo soltanto «a determinate categorie specifiche» insistendo sul no al green pass in particolare «per il trasporto pubblico che sarebbe impraticabile».

Il ministro per le Infrastrutture e della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, si è detto favorevole all'estensione dell'obbligo con la consapevolezza della necessità di superare resistenze interne ad alcune forze politiche.

Ieri alla Camera è iniziata la discussione generale sul decreto che regola l'utilizzo della certificazione di immunità con le norme già in vigore e sembra ormai esclusa l'ipotesi che il governo possa porre la fiducia. Ieri durante la capigruppo la Lega ha ribadito che non accetta l'ipotesi di un provvedimento «blindato» a Montecitorio, no dunque alla fiducia. Toccherà al ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà riferire al premier le posizioni all'interno della maggioranza. Si procederà dunque con la discussione degli emendamenti che la Lega non intende ritirare. Favorevoli Pd e anche Forza Italia ma con molti distinguo. E anche la Lega ha posizioni diverse al proprio interno. La cabina di regia prevista in settimana per mettere a punto le nuove misure da introdurre in ottobre probabilmente slitterà alla prossima: occorre tempo per appianare le divergenze.

I primi a doversi mettere in regola saranno gli esercenti di ristoranti bar e locali pubblici oltre ai lavoratori dei settori del trasporto a lunga percorrenza, treni, aerei e navi e dipendenti di piscine e palestre. Il ministro Speranza e il titolare della Pubblica amministrazione Renato Brunetta condividono la necessità di estendere l' obbligo della carta verde per tutti i dipendenti pubblici.«Penso all'estensione del green pass» , ha detto ieri Speranza al termine del G20 Salute. La platea di lavoratori interessati dal provvedimento comprende circa tre milioni di persone di questi circa un milione e 200mila sono dipendenti pubblici.

Per quanto riguarda il settore privato Confindustria si è già detta favorevole ma i sindacati chiedono in cambio tamponi gratuiti per i lavoratori. Ieri il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti ha ribadito che per «la ripresa delle attività economica» vanno garantite le condizioni di sicurezza quindi visto che il «green pass è una misura che va in questa direzione» il ministro ne prevede «un'ulteriore estensione». Al momento il green pass è obbligatorio per accedere alle mense ma non per l'ingresso in azienda.

Ma che cosa prevede il decreto che da ieri è in discussione alla Camera? Il provvedimento contiene le misure già note e in vigore dal 6 agosto e quelle scattate il primo settembre. Carta verde per accedere nei locali al chiuso per salire su treni, aerei e navi, per assistere agli spettacoli, entrare nei musei e nei cinema. Viene prorogato al 31 dicembre 2021 lo stato di emergenza nazionale in considerazione del rischio sanitario connesso al protrarsi della diffusione dell'epidemia da Covid. L'articolo 2, proroga al 31 dicembre 2021 la facoltà di adottare provvedimenti di contenimento dell'emergenza sanitaria da Covid. La validità del green pass passa da 9 a 12 mesi. I test salivari vengono equiparati ai tamponi e si estende fino al 30 novembre la misura dei tamponi a prezzi calmierati in farmacia.

Intanto da ieri sono tornati a scuola gli alunni dell'Alto Adige ed entro il 13 settembre tutti torneranno a lezione in presenza. L'obbligo del green pass coinvolge tutto il personale scolastico e il mancato rispetto del requisito è considerato assenza ingiustificata. Dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro viene quindi sospeso e il dipendente non riceve più lo stipendio.

Paradossalmente però al momento il certificato è previsto esclusivamente per il personale scolastico e non riguarda il personale non scolastico, quale è appunto quello addetto alla mensa o assegnato all'attività educativa per gli alunni disabili.

Resta valida l'esclusione dall' obbligo per il personale che, per motivi di salute, è esente dalla campagna vaccinale così come

non è previsto per studenti e studentesse di elementari medie e superiori. Ma invece gli studenti universitari che vogliono frequentare le lezioni in presenza devono possedere la carta verde come i docenti, che protestano.

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