Legge sul Morandi, il presidente chiede modifiche

Ok al testo, ma servono correzioni per non discriminare i figli di conviventi

Legge sul Morandi, il presidente chiede modifiche
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Sì alla promulgazione. Ma la legge, così come è, non va bene. Ci sono dei profili di incostituzionalità e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella li mette in fila in una lettera indirizzata ai presidenti delle Camere e del Consiglio. Parliamo della legge sul Ponte Morandi che stabilisce i criteri di risarcimento per le vittime dei crolli di viadotti stradali o autostradali.

Ma la sorpresa più grande arriva a sera, quando il Quirinale rende noto il ricovero del capo dello Stato all'ospedale Santo Spirito di Roma. Un intervento programmato «che non desta alcuna preoccupazione» per l'impianto del pacemaker.

Il problema della legge sul Ponte Morandi, il più grave, è che la norma discrimina; i risarcimenti vengono stabiliti solo per i figli delle coppie sposate: restano fuori tutti gli altri, frutto di convivenze o unioni civili. «Beneficiari dell'elargizione - scrive il capo dello Stato - devono intendersi tutti i figli di ciascuna vittima, ivi inclusi quelli da rapporti di convivenza o unioni civili». «In caso contrario - prosegue Mattarella - si opererebbe un'inaccettabile discriminazione fra i figli delle vittime sulla base dello stato civile dei genitori, in aperto contrasto con l'articolo 3 della Costituzione». In effetti, non si capisce come si sia arrivati a questo testo che appare, nella migliore delle ipotesi, anacronistico. Facile immaginare che lo svarione verrà catalogato alla voce dimenticanza. È però scontato pensare che cosa sarebbe successo senza le osservazioni di Mattarella: conferenze stampa e interviste di vittime di serie B, costretta a subire un'umiliazione così grande in coda al dolore sofferto. E alle lacrime versate. La legge, peraltro meritoria, è stata approvata il 25 marzo scorso, per rispondere a tragedie epocali come quella che scosse Genova e l'Italia intera il 14 agosto 2018 con la morte di 43 persone. È però anche sulla portata dell'intervento legislativo che Mattarella assesta una bacchettata: la norma infatti si applica alle «infrastrutture di rilievo nazionale». Domanda: quali sono? «L'incertezza interpretativa |della categoria di infrastruttura di rilievo nazionale - prosegue Mattarella - non risulta di agevole determinazione e non è ragionevole». Siamo di nuovo all'articolo 3 della Costituzione e al principio di uguaglianza.

Se viene giù una strada che ha un'importanza solo locale? Ancora una volta il timore è che si creino figli e figliastri, escludendo chi ha patito ma non rientra nella realtà presa in considerazione dal Parlamento. Insomma, la legge presenta criticità burocratiche e farraginose che devono essere superate.

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