Ma l'offensiva russa flagella le città del Sud. Razzi contro Mykolaiv. Putin vuole Mariupol: "Ora deve arrendersi"

Ma l'offensiva russa flagella le città del Sud. Razzi contro Mykolaiv. Putin vuole Mariupol: "Ora deve arrendersi"

In attesa della promessa riduzione delle attività militari sulla direttrice Kiev-Chernikiv, è il sud dell'Ucraina che continua a essere lacerato dagli artigli dell'orso russo. Le truppe impiegate nel nord dell'Ucraina forse non sono preparate per poter travolgere una città grande come Kiev, mentre quelle che stanno martirizzando Mariupol nel sud sono meglio equipaggiate. E non a caso Vladimir Putin sente la conquista della città vicina e intima: «I nazionalisti di Mariupol si arrendano».

Con il trascorrere dei giorni diventa sempre più chiara la strategia di Mosca (confermata in parte ieri dal ministro della Difesa Shoigu), rivolta a occupare tutta la costa del Mar d'Azov, unire il Donbass alla Crimea, conquistare Odessa e «agganciare» la zona costiera a Tiraspol, nello stato fantasma della Transnistria, dove Putin dispone di 2mila soldati. Tagliare l'Ucraina dal mare, e mettere le mani su due centrali nucleari, tra le quali quella di Zaporizhzhia, è l'obiettivo minimo del Cremlino.

Mariupol è il vero inferno di un conflitto che va ormai avanti da 34 giorni. La località costiera resiste come può all'assedio e le forze armate ucraine affermano di avere abbattuto 17 mezzi russi, mentre gli occupanti continuano a terrorizzare la popolazione locale con saccheggi e violenze. Al momento i distretti centrali di Livoberezhnyi e Zhovtnevyi hanno ancora qualche giorno di autonomia, ma la manovra ad anello dell'esercito russo sta avendo successo e indebolisce giorno dopo giorno la resistenza. Nonostante l'assedio la brigata Azov ha annunciato di aver ferito gravemente il comandante delle truppe cecene Ruslan Geremeyev, vicino al leader Kadyrov e presunto organizzatore nel 2015 dell'assassinio del politico russo Boris Nemtsov, oppositore di Putin. A Mariupol il corridoio umanitario non è ancora praticabile, chi riesce a fuggire lo sta facendo con mezzi propri. In città rimangono ancora circa 155mila persone, senza acqua potabile ormai da giorni. «Ormai non c'è più nessuno da seppellire - ha detto il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, monsignor Sviatoslav Shevchuk in un incontro online con il Vaticano -. Le strade sono strapiene di civili uccisi». L'arcivescovo ha anche denunciato le deportazioni con la forza in Russia di 20mila cittadini, un centinaio dei quali tra gli ostaggi dell'ospedale del distretto di Rive Gauche: «I passaporti vengono confiscati e le persone portate nella lontanissima isola di Sakhalin».

Odessa rimane sospesa, con le navi da guerra che minacciano uno sbarco che è sempre più nell'aria. Alle truppe agli ordini del colonnello Vladislav Nazarov, si è aggiunto un battaglione di volontari guidato da Andrey Vagapov, un intraprendente consigliere comunale che sostiene di aver già raggruppato 3mila uomini. Nazarov intanto ha riferito che «le sirene serali e gli avvisi di pericolo stanno diventando all'ordine del giorno. I russi continuano a condurre ricognizioni aeree, soprattutto con i droni. Non è un buon segnale».

Ieri mattina l'esercito russo è tornato ad attaccare la città di Mykolaiv, a poco più di 100 chilometri a est di Odessa. I missili hanno colpito il Palazzo della Regione, sede del governo dell'omonimo Oblast. Si tratta di un edificio di nove piani, la cui parte centrale è stata sventrata. Il governatore Vitaly Kim, rimasto illeso, pochi minuti dopo l'attacco ha girato un video per raccontare l'accaduto. Tra le macerie sono stati estratti i corpi di 12 persone, i feriti risultano essere almeno una trentina.

Per valutare il dramma di Chernobyl, travolta dall'aumento del livello di inquinamento atmosferico radioattivo, è arrivato Rafael Mariano Grossi. Il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (AIEA), fornirà assistenza tecnica urgente per proteggere la zona d'inclusione, così come gli altri impianti nucleari del Paese.

Nelle ultime 24 ore i russi hanno lasciato il segno un po' ovunque. Sette attacchi missilistici sono stati respinti a Kiev. Chernikiv è sotto assedio. Il villaggio di Svyatopetrivske, nel distretto di Buchan, è stato colpito da razzi che hanno provocato la morte di 4 civili. A Starokostiantyniv nella regione di Khmelnytskyi, hanno lanciato un attacco all'aeroporto, con conseguente distruzione delle scorte di carburante.

Nella regione di Zaporizhzhya hanno rapito la giornalista Iryna Dubchenko, catturata mentre si trovava da un paio di giorni a Rozivka, dove si prendeva cura della nonna.

Nel frattempo la Bielorussia, che continua a smarcarsi da qualsiasi coinvolgimento diretto, ha iniziato da ieri mattina (e fino a domani) un'esercitazione delle sue truppe a pochi chilometri dal confine ucraino.

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