L'ok Ue a colpire in Russia. Mosca: "Guerra nucleare"

Voto (non vincolante) del Parlamento europeo: più armi a Kiev e stop ai limiti d'uso. Il Cremlino minaccia: "Si rischia un conflitto atomico"

L'ok Ue a colpire in Russia. Mosca: "Guerra nucleare"
00:00 00:00

Il presidente Putin, meno di una settimana fa, aveva messo in guardia la Nato dal dare via libera all'Ucraina per l'uso di missili a lungo raggio in territorio russo. L'Alleanza atlantica ha risposto che non può decidere per i singoli Stati: che in certi casi, ufficialmente o meno, hanno autorizzato una pratica già azionata dai soldati di Kiev. Ieri è toccato all'Europarlamento pronunciarsi: un voto che da Mosca guardavano con interesse per capire soprattutto come si sarebbero posizionati i singoli partiti (dopo la bocciatura del Consiglio Affari Esteri: voce dei 27 governi europei).

Sebbene la risoluzione presentata da tre famiglie Ue (Popolari, Socialisti e Liberali) non sia affatto vincolante, a Strasburgo è passata a larga maggioranza. E con essa l'invito agli Stati membri «a revocare immediatamente le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi in territorio russo». Questo, in particolare, il passaggio contenuto nel paragrafo 8, votato con 377 Sì, 191 contrari e 51 astenuti.

Il testo, approvato fra distinguo e sofismi, sottolinea che «forniture insufficienti di munizioni e restrizioni sul loro uso rischiano di annullare l'impatto degli sforzi compiuti finora» e «deplora la diminuzione del volume degli aiuti militari bilaterali all'Ucraina». Sollecita i 27 a rispettare l'impegno preso nel marzo 2023: «Un milione di munizioni all'Ucraina». E oltre ad accelerare spedizioni di armi, sistemi di difesa aerea («Entro fine mese il nuovo Samp/T sarà consegnato e sappiamo quanto costi ogni minuto di ritardo» ha detto il ministro della Difesa, Crosetto), compresi i missili Taurus, chiede pure di «mantenere ed estendere la politica di sanzioni contro Russia, Bielorussia e Paesi ed entità non appartenenti all'Ue» che forniscono a Mosca tecnologie militari e a «doppio uso».

La Germania non si è fatta attendere: pronta ad approvare quasi 400 milioni di euro di nuovi aiuti entro l'anno, secondo Reuters, a fronte del «serio rischio che l'Ucraina, senza un significativo aumento del sostegno, possa essere sconfitta nella sua campagna di difesa», si legge nella lettera inviata dal ministero delle Finanze alla Commissione Bilancio del Parlamento. Il governo Scholz ha annunciato ieri un nuovo pacchetto da 22 carri Leopard 1A5 nell'ambito di «un progetto congiunto con la Danimarca»; 22 veicoli antimine, 5 cingolati e un mezzo per il trasporto, 3 cannoni antiaerei semoventi, 2 stazioni radar di sorveglianza dei cieli, 12 obici, 1,6 milioni di munizioni e 90 droni da ricognizione.

Resta il rebus sul colpire o meno in profondità. Mosca avverte: «Ciò che chiede il Parlamento europeo conduce verso una guerra mondiale con armi nucleari» è la risposta arrivata ieri dal N.1 della Duma, Viaceslav Volodin. Secondo l'Institute for the Study of War (ISW), think tank americano, quasi 250 basi e installazioni militari in Russia potrebbero essere centrate dai missili occidentali a lungo raggio: reggimenti, magazzini, centri di comunicazione, hangar di manutenzione e sedici basi aeree. Kiev ha già ottenuto dagli Usa i temuti ATACMS quasi un anno fa, circa 150 km di gittata. Primo uso rivendicato, ottobre 2023. Nel luglio dello scorso anno, il presidente francese Macron ha annunciato l'intenzione d'inviare i missili Scalp, consegnati in versione limitata a 250 km. Il Regno Unito ha confermato d'aver dato la versione inglese, Storm Shadow. La Spagna fornirà un'altra batteria Hawk per la difesa aerea.

Gli eurodeputati (nel complesso della risoluzione passata nell'integralità con 525 Sì, 131 No e 63 astenuti) invitano a lavorare per il più ampio sostegno internazionale a Kiev e per individuare soluzioni di pace.

In contemporanea al voto di Strasburgo, Ursula Von der Leyen annunciava da Bruxelles altro supporto per l'inverno: 100 milioni dagli extraprofitti degli asset russi congelati dall'Ue, per riparare le infrastrutture energetiche, e 60 milioni dall'Ue per alloggi e riscaldamento. La N.1 della Commissione europea oggi sarà a Kiev. Vedrà il presidente Zelensky. Scelta autonoma, di una bis-presidenza che ha già iniziato a interpretare.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica