A Lugansk e Kherson ucraini all'offensiva. Liberati 1.500 villaggi

Putin sostituisce altri due generali, Armata rossa in crisi. Kharkiv sotto attacco

A Lugansk e Kherson ucraini all'offensiva. Liberati 1.500 villaggi

Le forze armate ucraine sono sempre più vicine al confine nord-occidentale del Lugansk e i filorussi si preparano a difendere una delle quattro regioni annesse con il referendum «farsa» delle scorse settimane e ad evacuare i residenti a causa della efficace controffensiva ucraina. L'esercito di Kiev sta avanzando anche nel Donbass e a Sud nella regione di Kherson, dove il leader filorusso dell'oblast ha ammesso che gli ucraini hanno sfondato vicino a Dudchany, una cittadina sul fiume Dnipro, a una trentina di chilometri a est della precedente linea del fronte. Due battaglioni starebbero inoltre cercando di raggiungere la centrale idroelettrica di Kakhovka, 70 km a Est di Kherson.

Grazie alle armi occidentali e al morale alle stelle per i recenti successi, i militari di Zelensky continuano a guadagnare terreno. E le bandiere ucraine stanno tornando a sventolare nei territori prima occupati dai russi. Ieri il vessillo gialloblu è stato ufficialmente innalzato sulla città di Lyman, nel Donetsk, liberata insieme a quattro insediamenti nella regione di Kherson e uno in quella di Kharkiv. Si tratta soltanto degli ultimi successi sul campo di una lunga serie: dall'inizio del conflitto, infatti, le forze di difesa ucraine hanno liberato 1.534 insediamenti, 483 dei quali nell'oblast di Kharkiv. Il Cremlino avrebbe difficoltà anche ad addestrare le nuove reclute. Il periodo di leva inizierà infatti il 1° novembre, un mese dopo il solito. Un ritardo che secondo l'intelligence britannica sarebbe indicativo della crescente pressione sulla capacità della Russia di equipaggiare un gran numero di nuovi coscritti.

Per coprire le colpe dei recenti fallimenti, il presidente Vladimir Putin starebbe facendo dei veloci cambi di generali in modo da far ricadere le responsabilità degli insuccessi sui neo-nominati. Secondo gli analisti dell'American Institute for the Study of War, il leader russo nelle ultime due settimane avrebbe cambiato due comandanti del «Gruppo di forze occidentali» a causa dell'insoddisfazione per le perdite nella regione di Kharkiv e di Lyman. Dal fronte ucraino, invece, il presidente Volodymyr Zelensky sta cercando di aizzare contro Putin i militari russi, soprattutto i generali, avvertendoli che saranno eliminati uno ad uno finché il loro presidente rimarrà al potere. «Finché non risolverete tutti il problema con colui che ha iniziato tutto, che ha dato il via a questa guerra insensata della Russia contro l'Ucraina, sarete fatti fuori uno dopo l'altro, diventando capri espiatori, perché non ammettete che questa guerra è stata un errore storico per la Russia», ha detto il presidente ucraino.

Anche dopo la recente liberazione, Kharkiv continua ad essere sotto attacco. Ieri sono tornate a suonare le sirene e una pioggia di missili ha colpito il villaggio di Shevchenkove, nel distretto di Kupyansk, danneggiando le abitazioni civili. Mentre a Vasylivka, nella regione di Zaporizhzhia, l'unico insediamento attraverso il quale è possibile lasciare i territori occupati, le truppe del Cremlino stanno costruendo un «confine di Stato», così come è stato fatto in Crimea e nel Donbass, stabilendo le regole di attraversamento. Agli uomini in età di leva è vietato oltrepassarlo e il transito dal territorio occupato è stato bloccato da entrambe le parti, tanto che negli ultimi giorni solo 43 persone sono riuscite a lasciare i territori temporaneamente conquistati dall'Ucraina attraverso Vasylivka, mentre la scorsa settimana erano state tra le 1.500 e le 2mila al giorno. Continuano intanto i bombardamenti russi sulle infrastrutture civili nella regione di Zaporizhzhia.

Da ieri a Energodar, la città dove si trova la centrale nucleare, è stato introdotto il coprifuoco notturno per motivi di sicurezza. Mentre il direttore generale dell'impianto, che era stato arrestato e poi rilasciato nei giorni scorsi, è stato espulso dopo aver confessato di avere legami con i servizi segreti ucraini.

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