L'ultima corsa a vuoto di Santoro. Gli slogan anti-Kiev non bastano

L'ex conduttore Rai non raggiunge il quorum. Esclusi anche i due sindaci De Luca e Bandecchi

L'ultima corsa a vuoto di Santoro. Gli slogan anti-Kiev non bastano
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Niente da fare per Michele Santoro, Cateno De Luca e Stefano Bandecchi. Nessuno dei movimenti politici guidati rispettivamente dai tre, infatti, è riuscito a superare la soglia di sbarramento del 4% fissata per le elezioni europee. E così, nel prossimo Europarlamento che s'insedierà ufficialmente tra poco più di un mese, non sarà presente alcun rappresentante di «Pace, Terra, Dignità» né della lista «Libertà» né di «Alternativa Popolare», che erano tutte al debutto assoluto con questi nomi in una competizione elettorale di carattere nazionale. Per Santoro, quindi, sfuma l'occasione di un bis come deputato europeo a vent'anni esatti di distanza dalla sua prima elezione che avvenne tra le file dell'Ulivo come indipendente. Non hanno fatto grande presa, dunque, le battaglie contro le armi in Ucraina promosse dai vari Raniero La Valle, Ginevra Bompiani, Piergiorgio Odifreddi, Paolo Rossi e Vauro. Ma, del resto, era stato lo stesso ex conduttore della Rai, durante il suo appello finale di venerdì sera ad Assisi, a parlare testualmente così: «Chi se ne frega del quorum. A noi c'importa della pace, non del quorum». Eccolo accontentato.

Cateno De Luca era a capo di una lista molto composita che includeva ben 19 simboli: tra questi spiccavano senza dubbio il suo «Sud chiama Nord», «Il Popolo della Famiglia» e «Movimento per l'Italexit». Tuttavia l'asticella del 4% resta distante anche per il sindaco di Taormina, il quale può giusto togliersi la magra soddisfazione per la buona prestazione di «Libertà» nella sua Sicilia.

Non raggiunge il quorum nazionale nemmeno Bandecchi: la sua «Alternativa Popolare» non sfonda. Era sceso in campo anche l'ex magistrato Luca Palamara, ma non è bastato per conquistare i voti decisivi che consentono di entrare nel Parlamento Ue.

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