L'orso russo tenta la spallata finale schierando più di 200mila uomini nel Donbass e a sud. Ad attenderli non più di 70mila soldati ucraini. Sono numeri impari e il bagno di sangue è dietro l'angolo. Lo scenario viene confermato anche dagli analisti statunitensi interpellati dal New York Times, supportato da immagini satellitari che mostrano colonne di uomini e mezzi verso le due aree sui cui Putin vuole mettere le mani a ogni costo. L'offensiva dovrebbe iniziare nella cittadina di Izyum e proseguire fino a Dnipro, considerata obiettivo strategico. Il comandante in capo dell'esercito ucraino, Valeriy Zaluzhny, non solo conferma le previsioni degli Usa, ma sostiene che l'offensiva nella regione orientale del Donbass sia già cominciata. «I russi stanno accumulando le loro forze», e segnala esplosioni durante la notte nella regione di Dnipro e continui bombardamenti a Kharkiv. «Soltanto ieri hanno attaccato 70 volte, uccidendo 11 civili, tra cui un bambino di 7 anni».
Denis Pushilin, capo dell'autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, si è detto pronto a sostenere con i suoi uomini l'avanzata di Mosca: «Abbiamo identificato le aree in cui alcuni passi devono essere accelerati e ci muoveremo». Ancora più minaccioso il leader ceceno Ramzan Kadyrov, che ha rivelato una nuova offensiva non solo sul porto assediato di Mariupol ma anche su Kiev e altre città ucraine. «Vi assicuro, non ci sarà alcuna esitazione e arriveremo anche nella capitale». I russi, nella 47esima giornata di guerra, hanno continuato a bombardare le regioni di Donetsk e Luhansk, ma le forze ucraine hanno respinto alcuni assalti, provocando la distruzione di carri armati, veicoli e attrezzature di artiglieria. Lo riferisce l'MI6 britannico che osserva anche come l'utilizzo di munizioni al fosforo da parte delle forze russe nell'area di Donetsk potrebbe estendersi anche a Mariupol, aggravando ulteriormente il bilancio delle vittime tra i civili. Nella località portuale gli invasori hanno conquistato nuovo territorio, compreso il porto, riuscendo a dividere in due la città. I 3mila uomini della 36esima Brigata che ha difeso Mariupol per oltre un mese si trovano tra l'hub e l'acciaieria Azovstal (a rischio di attacco chimico), ma hanno esaurito le risorse. «Stiamo combattendo senza rifornimenti di munizioni, cibo e acqua. Abbiamo fatto il possibile e l'impossibile», scrive su Facebook il comandante Mikhail Bilinsky. Un appello «fake», secondo il vicesindaco della città. Intanto sono 33mila gli abitanti deportati con la forza e 10mila i civili morti. Sequestrato anche l'equipaggio di una nave liberiana. Testimoni riferiscono di arresti illegali, con detenuti torturati e giustiziati per posizioni filo-Kiev. A Borodyanka, che è stata quasi completamente distrutta, sono stati estratti 19 morti dalle macerie.
I militari ucraini hanno respinto un attacco nei pressi di Zolote, nella regione di Luhansk, ma il nemico ha bombardato ogni località dell'area. Si segnalano danni a case e palazzi anche a Severodonetsk, Lysychansk e Kreminna. Se il vero inferno si deve ancora scatenare, Mosca lancia segnali incoraggianti sull'esito della guerra. Ieri altri 78 obiettivi militari ucraini sono stati distrutti. Lo afferma il portavoce del ministero della Difesa di Mosca Igor Konashenkov: «Abbiamo abbattuto due caccia Su-25 nei pressi di Izyum e un elicottero d'attacco Mi-24 nella regione meridionale di Kherson». Stando alle informazioni di Konashenkov, i russi hanno distrutto anche posti di comando ucraini, depositi di munizioni e carburante e sistemi di difesa aerea forniti da paesi europei.
Nella regione di Zaporizhzhia la situazione umanitaria è sempre più complicata. I russi assaltano le città, istituiscono uffici di comando ed esercitano intimidazioni sui civili. Ci sono regolari bombardamenti di artiglieria e un incalcolabile numero di vittime.
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