Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non usa troppi giri di parole per prendere di mira i dazi voluti da Trump: "L'improvvida minaccia della stagione dei dazi non abbia un eccessivo sviluppo e non crei difficoltà". Il capo dello Stato ne parla alla Luiss a Roma, in un'intervento all'XI Forum internazionale della cultura del vino, giornata dedicata alla valorizzazione del patrimonio vinicolo italiano. "In realtà - dice ancora - il settore del vino dimostra come i produttori italiani abbiano bisogno di mercati aperti, perché hanno il coraggio di affrontare la concorrenza e la capacità di superare e di vincere nella competizione".
"Ogni economia di ogni paese - prosegue Mattarella - ha sempre da guadagnare dai mercati aperti". E sottolinea che "questo vale particolarmente per il nostro paese". Per l'Italia il settore vinicolo è una fonte "di grande rilievo che richiama la migliore storia del Paese". Per il presidente i mercati aperti sono anche lo strumento che consente "attraverso trattati di grande portata di regolamentare in maniera trasparente e rassicurante rapporti e criteri di concorrenza e di commercio. Si tratta di un fronte per il nostro Paese di grande rilievo".
Le contromisure Ue i dazi Usa sull'auto
L'avvicinanrsi dei dazi americani crea un certo nervosismo nei mercati. Intanto si apprende che se gli Usa colpiranno ile auto provenienti dal Vecchio Continente, l’Ue e gli altri partner commerciali potrebbero imporre contromisure su un "volume molto significativo di esportazioni Usa, stimato a 294 miliardi di dollari". È questo l’avvertimento lanciato dalla Commissione in un documento inviato venerdì all’amministrazione americana per rispondere all’inchiesta avviata dal Dipartimento del commercio sulle importazioni di automobili dall’Ue. L’inchiesta in corso sulla sicurezza nazionale, come nel caso dei dazi su alluminio e acciaio, "manca di legittimità, basi fattuali e viola le regole del commercio internazionale", dice la Commissione.
L’imposizione dei dazi da parte americana, si legge ancora nel documento, "danneggerebbe l’attuale trend positivo del settore automobilistico e della componentistica" con un impatto negativo sul Pil Usa "fino a 13-14 miliardi di dollari". La Commissione ricorda che i costruttori europei "contribuiscono in modo significativo" all’occupazione negli Usa, con 120.000 posti di lavoro diretti nella produzione e 420.000 nei concessionari.
Ma "l’impatto per l’economia Usa sarà aggravato in modo significativo dalle probabili contromisure dei partner commerciali degli Usa" che potrebbero andare a colpire 294 miliardi di dollari di esportazioni americani pari a circa il 19% dell’export totale del 2017.
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