Prima un video-messaggio di dieci minuti all'Anci, l'associazione dei Comuni italiani riunita alla fiera di Genova per la sua 40esima assemblea annuale (alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella). Poi l'incontro a Palazzo Chigi con una delegazione dei familiari delle vittime e degli ostaggi dell'attacco terroristico di Hamas, che lo scorso 7 ottobre ha riacceso il conflitto israelo-palestinese come non accadeva da cinquanta anni. Sullo sfondo, come è inevitabile che sia, gli strascichi di una vicenda personale che l'ha portata alla separazione dal suo compagno Andrea Giambruno e che è diventata anche un caso politico.
Non sono giorni facili per Giorgia Meloni. E non potrebbe essere altrimenti. La premier, però, prova a mettersi alle spalle polemiche e rumors sulla sua vicenda personale. Interviene da remoto all'assemblea dell'Anci, scusandosi per la sua assenza ed elogiando i sindaci per «mantenere viva la connessione tra istituzioni e comunità locali» e per aver «fatto un grande lavoro di squadra sul Pnrr». Poi incontra i familiari italo-israeliani delle vittime di Hamas, appuntamento in agenda da lunedì ma che Meloni insiste per non rendere pubblico prima per rispetto a chi ha perso i propri familiari. La premier, recita a sera una nota di Palazzo Chigi, esprime «profondo sgomento» per «la ferocia con cui Hamas si è accanito contro civili inermi, casa per casa, senza risparmiare donne, bambini e anziani». E durante l'incontro «rinnova solidarietà e vicinanza» a Israele, ribadendo la «forte preoccupazione per gli ostaggi» e confermando che l'Italia «è impegnata per la loro liberazione». Un timore che accomuna tutto il governo. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, è in prima linea da giorni ed è in contatto con le famiglie dei 18mila italiani che si trovano in Israele (ieri mattina ha partecipato alla riunione dell'unità di crisi in collegamento con Tel Aviv). Così come l'altro vicepremier, Matteo Salvini, che sempre ieri ha incontrato anche lui al ministero delle Infrastrutture i familiari dei cittadini italo-israeliani vittime di Hamas.
Per Meloni, insomma, non una giornata come tutte le altre. Il video-messaggio all'Anci la racconta ben più distesa di quanto si potrebbe immaginare, mentre - dice chi ha avuto occasione di sentirla in serata - l'incontro con i familiari delle vittime di Hamas l'ha segnata. Non solo per i racconti drammatici di quel 7 ottobre, ma soprattutto per la consapevolezza con cui anche chi ha perso tutto - come Nadav Kipnis, figlio di Eviatar e Lilach, la coppia di italo-israeliani sequestrati nel kibbutz di Bèer e poi uccisi - ai microfoni del Tg1 paragona sì l'attacco di Hamas all'Olocausto, ma senza mettere da parte la necessità di «fare una distinzione tra i palestinesi di Gaza e Hamas» e con l'auspicio che si continui a «parlare di pace».
Restano sulle sfondo le vicende di casa nostra, al confronto - ci mancherebbe - davvero piccole. Ma che pesano non poco sulle sorti della politica italiana. Che Meloni immagini delle responsabilità dietro i fuori onda mandati da Striscia la notizia lo ha detto chiaramente la stessa premier. Intercettato alla Camera, il capogruppo di Fdi Tommaso Foti le attribuisce a «chi ha rivendicato l'operazione», che quindi sarebbe Antonio Ricci, padre di Striscia e di tante altre invenzioni della tv.
Con tanto di evocazione del «caso Tulliani» che coinvolse l'allora compagna di Gianfranco Fini. Perché, dice Foti, «quello è un tg satirico e ha sempre fatto così». Detto questo, «può essere almeno libera di essere incazzata o no?».
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