
L'escalation commerciale tra Stati Uniti e Cina ha depresso molti listini azionari. La chiusura rispetto al liberoscambismo, che ha dominato l'ultimo venticinquennio, non è scevra da conseguenze macroeconomiche. Larry Fink, Ceo di BlackRock (il più grande fondo di investimento globale), non ha usato mezzi termini «Gli Stati Uniti sono molto vicini se non già in recessione», ha detto aggiungendo che «i dazi di Trump sono andati al di là di qualsiasi cosa avrei mai potuto immaginare nei miei 49 anni in finanza». Come ha sentenziato Standard & Poor's, «se i dazi statunitensi attualmente sospesi dovessero essere applicati completamente, le conseguenze economiche sarebbero profonde». E il capo della Fed di Boston, Susan Collins, imitando Mario Draghi, ha detto
che la banca centrale è «assolutamente pronta ad agire con molti mezzi se necessario». Non è un caso che Jamie Dimon , Ceo del colosso bancario americano JPMorgan, abbia usato il termine kerfuffle (putiferio; ndr) per descrivere i mercati del debito americano. Il segnale è già tangibile: il rendimento del Treasury decennale (il titolo di Stato Usa) è schizzato nel corso della seduta al 4,5%, in aumento di oltre il 14% in una sola settimana. Il fenomeno riflette una fuga generalizzata da tutto ciò che sia caratterizzato dal made in Usa, sebbene gli addetti ai lavori sospettano che dietro quest'ondata di vendita possa esserci la Cina, che è tra i principali detentori del debito a stelle e strisce. A soffrire non sono solo i T-bond ma anche il dollaro che contro euro ha toccato minimi che non si registravano da tre anni e mezzo superando la soglia di 1,14. Lo
yen si è rafforzato a 144,5.
Ora, però, a fare da contraltare non c'è più Wall Street. Il mercato di New York è in sofferenza anche se ieri, dopo la solita partenza negativa, ha chiuso in rialzo (+1,5% il Dow Jones, +2% il Nasdaq).
Non è valso lo stesso discorso in Europa che ha archiviato la seduta con segni misti: Milano ha chiuso a -0,73%, Francoforte a -0,92%, Parigi a -0,3%, solo Londra ha terminato la settimana in rialzo (+0,6%). Idem l'Asia dove la giornata si è chiusa in rosso. Tokyo ha perso il 2,96%, appesantita dalla forza dello yen e dai timori sul commercio globale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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