La miseria di un leader senza credibilità

Cupo, oscuro, pesante: Lavrov oltre a peggiorare, se possibile, l'immagine del suo Paese, esce dalla triste performance televisiva italiana con una bolla di volgarità

La miseria di un leader senza credibilità

Cupo, oscuro, pesante: Lavrov oltre a peggiorare, se possibile, l'immagine del suo Paese, esce dalla triste performance televisiva italiana con una bolla di volgarità, un leader che ha gettato la credibilità alle ortiche suscitando una tempesta diplomatica di misero contenuto: un personaggio di primo piano in difficoltà, che non sapendo cosa dire spara stupidaggini arroganti e disonorevoli. L'intervista è stata la conferma di quanto la guerra per i russi vada sostanzialmente male, e anche di quanto povera sia la ratio originaria sostenuta dalla propaganda di Putin, che parla di «denazificazione». È stata una parola d'ordine che è andata male fin dall'inizio, una scelta avventata: era difficile far passare Zelensky il suo governo, le sue aspirazioni, per naziste: con tutto lo sconto dovuto alla Russia per la sua grandiosa battaglia contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale, mai si è potuto identificare come il motivo attuale di una crociata in cui la Russia avesse ragione.

Quindi, il primo errore di Lavrov è stato quello di ritirare fuori lo stereotipo dello Zelensky nazista cui non ha mai creduto nessuno. E poi di associarlo alla parola ebreo, occhieggiando a chi gli ebrei non li ha simpatici, e ce ne sono parecchi, specie in questo periodo di antisemitismo rampante. Ebrei, Zelensky, lobby ebraica, Israele, America aggressiva, denazificazione come pacifismo, magari partigiani... un pacchetto ammiccante quanto volgare.

Il mondo occidentale ormai ce l'ha con la Russia per lo stuolo di inaspettate atrocità sempre più accertate, inoltre osserva l'incompetenza dell'esercito russo, teme l'irresponsabilità e la mancanza di preveggenza che fa prevedere guai infiniti nel campo energetico e persino atomico; verifica il rifiuto di Putin di accettare che Ucraina e Georgia non accettano di piegarsi al dominio russo. Lavrov deve essere molto irritato da questo insieme, e le dichiarazioni lo dimostrano. Zelensky è ebreo, ergo poiché l'Ucraina è nazista gli ebrei possono essere i peggiori antisemiti, anzi gli ebrei magari sono nazisti. Anzi, Hitler, ha detto, forse era ebreo. L'aveva già scritto Hans Frank, governatore nazista della Polonia occupata in un memoriale Norimberga, già in galera. È la storia miserabile di una bisnonna cameriera che forse resta incinta del padrone di casa. Roba da poveracci. Non è invece solo da poveracci ma da antisemiti l'accusa agli ebrei di essere loro i peggiori nazisti. Ne esiste un'intera biblioteca, è il famoso «rovesciamento» di cui parla lo storico Robert Wistrich, chiamandola anche «nazificazione» di Israele e del popolo ebraico: gli ebrei farebbero ai palestinesi ciò che i nazisti fecero loro. Propaganda molto comune. Adesso un altro passo: gli ebrei, ovvero Zekensky, da ebrei nazisti, governano il Paese nazificato che si ribella alla Russia, l'Ucraina.

Chi con un'altra aggressione antisemita, nei giorni scorsi ha detto che gli ucraini sono come i palestinesi e gli ebrei come i russi, adesso ha la chiusura del cerchio a portata di mano: gli ebrei sono nazisti, e anche talora ucraini, come volevasi dimostrare.

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