È stato il cardinale Becciu il regista dell'operazione del palazzo di Londra. Un'operazione che avrebbe comportato un danno alla Santa Sede dai 139 a 189 milioni. Nel secondo giorno della sua requisitoria davanti al Tribunale Vaticano, il Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, elenca tutti gli elementi di accusa nel processo per lo scandalo finanziario legato alla compravendita del Palazzo londinese di Sloane Avenue. Un impianto accusatorio che ha tenuto conto solo di fatti, «non di teoremi», ha chiarito il Promotore di Giustizia.
Becciu, che era in aula, secondo Diddi è stato anche il «vero ispiratore dell'operazione Falcon Oil, che aveva un carattere di peculato, disponendo la schermatura dei conti della Segreteria di Stato per proteggerli dai controlli». Una gestione, quella di Falcon Oil, che sarebbe stata propedeutica all'«affare» del Palazzo di Londra. Il pm ha usato parole durissime nei confronti del cardinale, parlando del suo «atteggiamento conflittuale» nei confronti della magistratura, «per sbugiardarla, quando ancora non era indagato». «Non ha perseguito la strada del confronto leale. Noi non avevamo idee preconcette. Ma Becciu, anziché chiedere un confronto aperto come hanno fatto altri imputati, ha cercato come interlocutori i giornalisti, alcuni compiacenti», ha detto il promotore di giustizia. Diddi ha ricordato che «questa vicenda ha una data di inizio ben precisa, il 12 ottobre del 2012, «quando arrivò in Segreteria di Stato la lettera della Falcon Oil dell'imprenditore Mosquito che proponeva l'investimento petrolifero in Angola». «Ci sono tante richieste di contributi che arrivano in Segreteria di Stato - ha osservato Diddi -. Ma questa non era un'opera di carità.
Era di per sé un'operazione speculativa e l'Obolo di San Pietro non può essere impiegato per finanziare operazioni di questo genere. Il cardinale Becciu conosceva Mosquito da almeno da 14 anni, da quand'era nunzio in Angola. In ogni caso, la Falcon Oil non era una delle normali operazioni di conservazione dei beni della Segreteria di Stato».
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