"Produco banchi mobili, ma non partecipo pìù alla gara"

Dopo la polemica sui banchi voluti dalla Azzolina, Stefano Ghidini ha deciso che la propria azienda non parteciperà al bando: "Il lavoro che porto avanti è con le scuole e non si è mai trattato di sola commercializzazione"

"Produco banchi mobili, ma non partecipo pìù alla gara"

Non si placano le polemiche sui famosi banchi monoposto da 300 euro desiderati dal ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina, sedute innovative che hanno creato talmente tanto scompiglio anche all'interno del mondo della politica da portare addirittura il senatore di "Azione" Matteo Richetti a richiedere un'interrogazione parlamentare.

Ad essere trascinato suo malgrado al centro della vicenda, ormai divenuto un caso mediatico, anche il titolare della C2 group Stefano Ghidini, vittima di attacchi così come la propria azienda. Fra le accuse, anche quella di conflitto di interessi, dato che secondo alcuni l'imprenditore avrebbe avuto già dei contatti pregressi con il ministero dell'Istruzione. Delle illazioni subito smentite da Ghidini, che aveva precisato: "Per due anni sono stato consulente a titolo completamente gratuito dell’ufficio scolastico regionale della Lombardia, quando in seguito a gara è stato chiesto a diversi operatori di collaborare con l’ufficio per cercare di diffondere le competenze necessarie all’introduzione del digitale nelle scuole. Come sempre e come prevede la legge, partecipiamo a bandi di gara sperando come i nostri concorrenti di riuscire a vincere le trattative".

Intervistato dal "Corriere della Sera", Stefano Ghidini racconta quanto subito dopo che il ministro Azzolina aveva presentato in diretta uno dei suoi banchi e spiega le ragioni che lo hanno portato alla decisione di non partecipare al bando europeo indetto dal commissario Arcuri.

"Il lavoro che porto avanti è con le scuole e non si è mai trattato di sola commercializzazione. La mia azienda ha affiancato le scuole più innovative che cercavano soluzioni adatte a una nuova didattica", dichiara il titolare della C2 group, come riportato dal "Corriere", spiegando come la vicenda dei banchi non abbia in alcun modo aiutato la propria azienda."Anzi, ha determinato una banalizzazione del nostro lavoro. Sia inteso, sono molto felice che il ministro abbia riconosciuto il valore di un prodotto che abbiamo cominciato ad importare e commercializzare molti anni fa, ma vogliamo salvaguardare la serenità dell’azienda e delle persone che ci lavorano", precisa.

Nel corso dell'intervista, Ghidini ribadisce di non conoscere il ministro Azzolina ("Non ho mai avuto il piacere"), ed esprime il desiderio di non essere conosciuto solo come “l’uomo delle sedie”. Il suo, infatti, è un"gruppo di persone che, oltre a fornire in 3 mesi decine di migliaia di dispositivi per la DaD e aver realizzato contenuti didattici gratuiti visionati da oltre 100.000 insegnanti e studenti, continua a ricercare soluzioni".

Un'azienda, quella di Ghidini, che conta 45 dipendenti, con un fatturato di circa 40 milioni ed una crescita costante. Ma di cosa si occupa la C2 group? "Cerchiamo di commercializzare banchi, sedute ed in genere soluzioni che agevolano le nuove metodologie didattiche, valutando come la tecnologia si può integrare nelle classi studiando e confrontandoci con i maggiori enti di ricerca nazionali ed internazionali", dice Ghidini. "Per quanto riguarda la sedia Node, l’abbiamo provata per caso circa 8 anni fa a Londra ed abbiamo subito capito che avrebbe potuto essere una delle soluzioni innovative da portare in Italia", aggiunge, andando a spiegare il perché del costo elevato: "Non è solo un 'pezzo di plastica' : è un’insieme di ricerca, brevetti, tecnologia, certificazioni ambientali ed è garantita 12 anni".

In ogni caso, dichiara Ghidini, l'azienda sarebbe "in grado di soddisfare la richiesta in pochi mesi", mentre "il bando non prevede confronti né consegne scaglionate, prevede una consegna entro fine agosto". "Entro la scadenza del bando si potrebbe soddisfare l’esigenza di qualche regione e non di tutta l’Italia, e questo è uno dei tanti motivi che ci porta a desistere", spiega ancora il titolare, "sinceramente mi sembra che la scelta della 'seduta innovativa' sia stata presa con un po’ troppa leggerezza da parte di molte scuole. Deve essere condivisa con gli insegnanti e non può essere 'imposta dall’alto' perché innovativa e colorata".

Un bando, quello emanato per i nuovi banchi,decisamente troppo frettoloso. Da qui le critiche di molti nei confronti del ministro Azzolina.

La maggiore preoccupazione di Stefano Ghidini riguarda proprio la sicurezza e la qualità delle sedie, che devono essere prodotte in modo corretto: "Le specifiche sono veramente generiche e le caratteristiche premianti indicate in gara vanificano il significato di questo prodotto".

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