Si prospettano acque agitate all’interno della maggioranza. I gruppi parlamentari del Pd e del M5S sono in subbuglio contro il premier Giuseppe Conte. Voci provenienti dal Transatlantico registrano che i malumori sono numerosi e reali. Ai deputati pentastellati, come ha scritto anche l’HuffPost, non è piaciuta la dichiarazione di Conte sulle alleanze alle Regionali e l’apertura a Silvio Berlusconi. Fonti de ilGiornale.it confermano questa irritazione nei confronti del premier. “Perché proprio nel giorno che Berlusconi dice ‘mai al governo col Movimento’, Conte fa queste dichiarazioni?”, si chiedono i grillini, convinti che il premier voglia attribuire al M5S la colpa di un’eventuale sconfitta alle Regionali. “Dirà che abbiamo perso perché non ci siamo voluti alleare col Pd”, sostengono. Ma anche molti parlamentari del Pd sembrano non poterne più di Conte. “Pensa solo ai sondaggi, pensa solo a farsi bello…”, dicono di fronte ai grillini che annuiscono.
I parlamentari giallorossi hanno capito che ‘l’Avvocato del popolo’, pur di rimanere a Palazzo Chigi, è disposto a spaccare i grillini e a mettere i bastoni tra le ruote ai dem. Conte viene visto dai parlamentari giallorossi come un accentratore e un destabilizzatore. “Al premier di fare un partito non frega nulla. Lui vuole fare il nuovo Prodi e, perciò, sta lavorando a indebolire sia Pd sia il M5s, convinto che, così, loro avranno sempre più bisogno di lui”, ci rivela una fonte vicina al governo che intende mantenere l’anonimato. Nelle intenzioni del premier c’è la volontà di far votare il Mes a settembre perché “crede che riuscirà a farlo approvare grazie al caos dovuto alle Regionali e all’avvio della discussione sulla legge di bilancio”.
Il presidente del Consiglio, però, sa perfettamente che sul Mes il Movimento si spacca, ma “a lui interessa solo mantenere il suo posto”, aggiunge la nostra autorevole fonte. Una spaccatura che, in ogni caso, non sarebbe così netta. Si parla di 20 ribelli alla Camera e 10 al Senato. Ma sono questi ultimi quelli veramente determinanti. Ecco, dunque, come nasce l’apertura a Berlusconi. “Se spacco il Movimento, devo imbarcare Forza Italia”, è il ragionamento del premier che, però, sembra aver fatto male i suoi calcoli. “I forzisti al massimo votano il Mes, ma non intendono entrare in maggioranza perché spaccherebbero la coalizione di centrodestra”, ci spiega chi prospetta tempi bui per il premier. In tutto questo c’è l’incognita Matteo Renzi che sta cercando di sfilare parlamentari da Forza Italia. “Conte è convinto che lo stia facendo per lui, ma non è così. Il leader di Italia Viva non sopporta il premier e sta lavorando per diventare sempre più indispensabile e decidere lui come e quando farlo cadere”, aggiunge la nostra fonte. E, anche se all’improvviso arrivasse magicamente il sostegno di Forza Italia, Conte non avrebbe i numeri per rimanere in sella. Gli servirebbero dei parlamentari fidati che lo sostengano ma i contiani non esistono. “Anche Fioramonti, che voleva fare il gruppo, alla fine non ha fatto nulla”, fanno notare dal governo.
I parlamentari della maggioranza che hanno capito il giochetto di Conte stanno già pensando di sostituirlo. Due deputati, uno del M5S e uno del Pd, hanno detto chiaramente: “O salta o c’è il rischio che salti la maggioranza”. Il premier lo sa e sembra intenzionato a fare un rimpasto in autunno. “Non fai un nuovo governo dopo aver fatto un rimpasto…”, ci dice chi prefigura una caduta del premier.
"Sui possibili successori si fanno i nomi dei ministri Dario Franceschini e Lorenzo Guerini, mentre Nicola Zingaretti sta solo pensando di entrare nel governo per rafforzarsi", rivela la nostra fonte. In casa Cinquestelle, invece, non si fanno nomi. “Di Maio premier? Se fosse voluto andare a Palazzo Chigi avrebbe accettato la proposta di Salvini di un anno fa…”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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