Le primarie dei Lib-Dem. Per il dopo Kishida è sfida tra 9 candidati

Il nuovo governo in Giappone: c'è un toto-nomi per il primo ministro

Le primarie dei Lib-Dem. Per il dopo Kishida è sfida tra 9 candidati
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La scelta del successore di Fumio Kishida, primo ministro giapponese, passa per le primarie che oggi terrà il Partito Liberal Democratico, che monopolizza il potere nel Paese del sol levante praticamente da settant'anni. Nove sono i candidati al dopo-Kishida e dall'esito potrebbe dipendere la collocazione di Tokyo nello scacchiere geopolitico regionale e mondiale.

Sono tre i favoriti: Shinjiro Koizumi, 43 anni, ex ministro dell'Ambiente e figlio dell'ex presidente Junichiro Koizumi, che vincendo diventerebbe il primo ministro più giovane della storia del Paese, il ministro della Sicurezza Economica, Sanae Takaichi (63 anni), che da parte sua diventerebbe la prima donna alla guida del Giappone, e l'ex ministro della Difesa Shigeru Ishiba (67 anni). Takaichi è il candidato dell'ala di estrema destra del Ldp, considerato l'erede dell'ex presidente Shinzo Abe. Una sua vittoria significherebbe probabilmente un inasprimento delle relazioni con la Corea del Sud e con la Cina. Anche Koizumi non può essere sospettata di vicinanza a Pechino, di cui ha criticato recentemente la leadership di Xi Jinping, Ishiba dal canto suo ha preso le distanze dagli Stati Uniti annunciando la revisione dell'alleanza con Washington per renderla «più equa», di fronte del possibile arrivo alla Casa Bianca di Donald Trump, e aha parlato di una «Nato asiatica». Trascurabile la possibilità che altri candidati si inseriscono in questa corsa a tre.

Kishida, primo ministro del Giappone dall'ottobre 2021, dopo lo scandalo per finanziamento irregolare che ha travolto il Pld ha annunciato che non si candiderà alla rielezione alla presidenza del suo partito quando il suo mandato attuale scadrà alla fine di settembre.

Questo significa che il suo successore alla guida del Pld diventerà il nuovo capo dell'esecutivo giapponese non appena il Parlamento lo ratificherà, a partire dal 1° ottobre. Si prevede che il nuovo primo ministro scioglierà le camere e indirà elezioni anticipate per cercare sostegno alle urne per la sua nomina.

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