Un primo passo avanti senza troppe illusioni: la guerra non finirà prima di altre conquiste

Le aperture tra Mosca e Kiev non chiudono la crisi: Putin vorrà il controllo della "Novorossiya" prima di chiudere la partita. E l'Occidente deve domandarsi come proteggerà l'Ucraina in futuro

Un primo passo avanti senza troppe illusioni: la guerra non finirà prima di altre conquiste

Sarà la volta buona? Calma e gesso: non basta qualche frase incoraggiante, buttata lì dagli inviati di Putin mentre l'esercito russo continua a bombardare l'Ucraina, a far cambiare il quadro. In Europa, e soprattutto in Italia, non vediamo l'ora che questo incubo si dissolva, ma non è il caso di farsi illusioni: le posizioni rimangono molto distanti, soprattutto gli ucraini non si fidano dei russi. E come potrebbe essere diversamente? Se una cosa dovrebbe aver insegnato questa guerra è che Putin ha sempre mentito. Non solo subito prima («Non invaderemo, sono solo esercitazioni») e poi durante l'invasione («Noi non colpiamo bersagli civili», solo per citarne una), ma anche facendo carta straccia (i famosi «chiffons de papier» cui i tedeschi ridussero il trattato che garantiva la neutralità belga nella prima guerra mondiale) dell'accordo di Budapest del 1994. Quello in base al quale l'Ucraina consegnò imprudentemente alla Russia di Eltsin la sua quota dell'arsenale atomico sovietico in cambio di garanzie sulla sua sicurezza. Per non parlare degli accordi di Minsk del 2015.

Mentre a Istanbul si intravede un po' di costruttività, le bombe russe continuano a cadere. Sarà come minimo opportuno, come suggerisce Biden, verificare la coerenza tra le parole e i fatti. E magari osservare se, come sembra più che probabile, Putin vorrà prima assicurarsi il controllo del Donbass e della cosiddetta Novorossiya (la costa del mar d'Azov fino alla Crimea, Mariupol inclusa) e poi eventualmente negoziare sul serio. Perché se sarà così, la disponibilità ucraina ad abbassare le armi sarà pari a zero, e la guerra continuerà.

Il punto decisivo non è però solo quello della credibilità di Putin, ma cosa Stati Uniti ed Europa sono disposti a fare per proteggere l'Ucraina in futuro. Kiev insiste: un nuovo accordo con la Russia avrà un valore reale solo se l'Occidente offrirà garanzie credibili all'Ucraina. Stiamo parlando di garanzie militari. Le uniche che Putin rispetta, ma anche quelle che noi facciamo più fatica ad offrire. Finora, infatti, il limite invalicabile per la Nato nel sostegno all'Ucraina di Zelensky è stato costituito dalla precisa volontà di evitare un confronto armato diretto con la Russia. Possiamo esser certi che, dopo un eventuale accordo di pace, Putin osserverà con attenzione se abbasseremo la guardia, pronto a riprendere l'aggressione.

Dev'essere anche chiaro che né a Istanbul né altrove si troverà un modus vivendi tra la Russia di Putin e l'Ucraina di Zelensky. È molto difficile credere che Putin accetti davvero una soluzione di compromesso della crisi che ha aperto lui stesso scatenando un'invasione. I suoi obiettivi imperiali non cambiano, vengono solo adeguati al parziale fallimento incontrato: non essendo riuscito nel piano A (presa di Kiev e installazione di un governo filorusso, trampolino di nuove aggressioni verso Occidente), il suo piano B mira a conquistare più territorio ucraino possibile per poi proseguire un conflitto a bassa intensità di lunga durata già subito dopo la firma di un'eventuale tregua, confidando in nuove future occasioni per farla finita con quello Zelensky che per il momento deve rassegnarsi a lasciare al suo posto.

Il presidente ucraino pretenderà forti garanzie Nato prima di qualsiasi concessione, ma intanto ha le sue carte da giocare.

In cambio della sua annunciata disponibilità a concedere una qualche forma di neutralità per il suo Paese, potrà sperare di vedere l'Ucraina accolta nell'Unione Europea, di cui già fanno parte Paesi neutrali come Finlandia, Austria e Svezia. Zelensky si sentirà così più garantito rispetto al rischio di una nuova aggressione russa, anche se dopo il 24 febbraio con Putin lo ripetiamo non si può più dare niente per scontato: il suo Rubicone lo ha varcato.

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