Chi è l'uomo che combatte le "battaglie cruente" della politica

Dalle sezioni del Fronte della Gioventù alla lotta in Europa per opporsi ad Erdogan sull'immigrazione: chi è Nicola Procaccini, le'uroparlamentare che gioca a Padel

Chi è l'uomo che combatte le "battaglie cruente" della politica

Si definisce ecologista, ma milita da una vita nella destra italiana: sembra una contraddizione in termini, ma non lo è. Nicola Procaccini è stato eletto parlamentare europeo dopo un paio di mandati da sindaco nella sua Terracina. Amministrare quella cittadina non è stato semplice, nonostante il terreno politico su cui muoversi sia da sempre favorevole a chi ha quella visione del mondo. Esiste anche un libro su quegli anni: "Il crack di Terracina", edito da Innuendo. L'autore dell'opera è proprio l'ex primo cittadino che ha dovuto affrontare un dissesto finanziario.

Come tanti coetanei della "generazione Atreju", l'europarlamentare di Fdi ha iniziato, masticando la parola "militanza". Quella che si fa persino tra i banchi di scuola e tra i corridoi delle Università. E che "non va in vacanza", come si usa dire negli ambienti in cui Procaccini è cresciuto, cioè nelle sezioni che hanno forgiato l'attuale classe dirigente di Fratelli d'Italia. Nomi da richiamare ce ne sarebbero: Colle Oppio su tutti, uno dei primi circoli del Movimento Sociale Italiano, peraltro fondato dagli istriano-dalmati.

Poi la più classica delle trafile meloniane, nel senso di Giorgia Meloni, di cui Procaccini è stato anche spin doctor: movimento giovanile, movimento universitario, candidatura al consiglio comunale, elezione a primo cittadino, esordio tra gli scanni di Strasburgo e Bruxelles. Oggi si dice background, un tempo avrebbero detto bagaglio d'esperienza. Comunque un percorso che, dal basso delle affissioni e degli striscioni fatti a mano, conduce all'alto delle responsabilità politiche. Procaccini avrebbe tuttavia potuto compiere altre scelte: è laureato in Giurisprudenza, oltre ad essere giornalista professionista.

Se qualcuno dovesse domandarli chi è stato il giornalista cui si è ispirato da giovane, Procaccini risponderebbe senz'altro Renzo Foa, compianto editorialista de IlGiornale. Contro la vocazione politica, però, non ha potuto niente. Non è un elemento cui si resiste, mentre il salto da Terracina a Bruxelles può non essere banale. Quando il quarantenne Procaccini ha domandato alla Meloni di misurarsi in prima persona con la sfida dello scranno più alto della sua cittadina, ha abbandonato la persona di cui curava la comunicazione politica. Diremmo che è andata bene a entrambi.

Certo è che oggi il politico laziale ricopre un ruolo per nulla agevole: "Sono - ci tiene a specificare - il coordinatore dei Conservatori e Riformatori Europei in Commissione LIBE. L’epicentro a Bruxelles delle battaglie civili più cruente, come quelle sull’immigrazione illegale, sullo stato di diritto, sull’ideologia gender, le libertà civili e la lotta al terrorismo. Tra l’altro, in una posizione di minoranza perché è un luogo dominato dalle sinistre più intolleranti". Nelle dirette social, chiama l'atrio del Parlamento europeo "il ventre della balena". Forse perché percepisce l'avversario, liberal o progressista che sia, come gigantesco e per nulla minoritario. Nelle giornate di Proccacini, però, lo spazio non termina con la contesa all'ideologico-politica.

Il meloniano è pure il presidente della Delegazione parlamentare che cura i rapporti tra l’Unione Europea e le nazioni del Sud Asia: è in quel luogo democratico che si batte per difendere i diritti delle minoranze cristiane e i diritti di libertà in generale, in contesti internazionali molto difficili. Dicevamo dell'ambientalismo: in realtà, la destra italiana vanta una radicale tradizione ecologista, che passa dal rapporto tra l'uomo e la natura secondo gli insegnamenti di J,R.R. Tolkien alle proposte che oggi differiscono dall'impostazione di Greta Thunberg e del suo movimento d'opinione, sulla scia dell'esperienza di Fare Verde. Anzi, stando al libro "Conservare la natura" di Francesco Giubilei, l'ambientalismo tutt'è fuorché lontano dalla destra intesa in senso conservatore.

Procaccini è laziale, nel senso della Lazio. E in questo prende le distanze dalla Meloni, che è invece romanista. Solo su questo aspetto, però, dato che l'europarlamentare è stato il portavoce del leader di Fdi ai tempi del Ministero della Gioventù e della Vicepresidenza della Camera, oltre che spin doctor della Meloni delle origini. Un rapporto di "consulenza", per così dire, è rimasto, visto che Procaccini racconta d'indicare al leader di Fdi quali serie televisive sperimentare, dato che lei non ne ha il tempo.

Oltre alle note di colore, c'è la lotta a Bruxelles. Di questi tempi, il politico pontino è parecchio impegnato sul fronte dell'immigrazione. Dopo uno degli ultimi Consigli europei, l'europarlamentare ha scritto in una nota che "da Bruxelles esce rafforzato il ruolo della Turchia e il peso ricattatorio di Erdogan, nelle cui mani l’Europa si consegna definitivamente perché a lui saranno ulteriormente riempite le tasche di euro per sigillare sia la rotta balcanica dei migranti che quella mediterranea. Il risultato immediato e concreto sarà che, come ogni estate, anche quest’anno il nostro Paese continuerà ad essere travolto dagli arrivi". Linea dura, quindi, e scetticismo sui rapporti tra Unione europea e Turchia. Un altro punto essenziale della visione dell'ex sindaco di Terracina riguarda il Made in Italy: sin dall'inizo del mandato, Procaccini è in campo per tutelare i prodotti italiani, in specie quelli alimentari, da quello che percepisce come un assalto sovraistituzionale alle nostre migliori qualità.

A proposito d'estate: se dovesse capitarvi di intravedere l'europarlamentare terracinese su un campo di padel, magari sul litorale laziale, non meravigliatevi troppo, perché è uno che si è fatto prendere dallo sport più inflazionato del momento. Almeno al pari del calcio, a cui l'europarlamentare ha giocato sino all'età di diciott'anni. Tra le letture consuete, cita i libri di Niccolò Ammanniti. I film preferiti sono i grandi classici del terriccio culturale meloniano: Il Signore degli Anelli e Braveheart.

Sì ma, qualcosa di più recente? "L' ultimo film che mi ha davvero entusiasmato è stato Il Primo Re, anche se recitato in latino arcaico. Forse è per questo che Giorgia ancora non mi ha dato retta", rivela. I suoi collaboratori raccontano che lavorare è una pacchia.

Il perché è molto semplice: essendo Procaccini un comunicatore, la strategia viene prodotta in autonomia. Scherzi a parte, Nicola Procaccini sembra avere intenzione d'anticipare il futuro sui grandi temi che verranno e che in parte sono già sul tavolo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica