Le risate in panetteria e poi l'inferno. È caccia all'assassino: è pregiudicato

Il killer dialogava con le vittime e una loro amica. Per una discussione ha estratto la pistola

Le risate in panetteria e poi l'inferno. È caccia all'assassino: è pregiudicato
00:00 00:00

Un bilancio pesantissimo e un quartiere in totale subbuglio, per un movente che definire modesto è quasi esagerare. Non c'è nessun equilibrio tra causa ed effetto, infatti, nell'omicidio avvenuto sabato sera in piazzale Gambara 4 a Milano, periferia ovest della città. Dove, all'interno di un piccolo panificio-pasticceria intorno alle 18.30 un italiano ha sparato con una pistola a un ucraino di 49 anni, Ivan Disar, uccidendolo sul colpo quindi, prima di fuggire via correndo, sempre con l'arma ha ferito gravemente un amico della vittima, Pavel Kioresko, 26 anni, operato subito all'ospedale San Carlo e ora ricoverato in prognosi riservata ma, pare, oramai fuori pericolo. Sull'omicidio indaga la squadra mobile guidata dal dirigente Alfonso Iadevaia. Sabato sera gli investigatori, coordinati dal pm di turno Carlo Enea Parodi, hanno sentito in procura i due testimoni che erano nel panificio al momento degli spari e che sono rimasti illesi. Si tratta del titolare dell'attività, un 72enne sardo che gestisce il negozio da oltre vent'anni e che però ha sostenuto di essersi trovato nel retro al momento degli spari. Oltre a lui all'interno del panificio c'era però anche una colf moldava di 49 anni che abita nel quartiere, vera testimone oculare dell'accaduto. La donna, fuggita subito dopo la sparatoria in preda al panico ma poi rintracciata dalla polizia, ha fornito importanti informazioni. Elementi che confermano come l'assassino sia un italiano, probabilmente un pregiudicato della zona e che adesso viene ricercato.

La moldava ha spiegato infatti che poco prima degli spari l'atmosfera nel panificio era leggera. Sabato sera era la seconda volta che la donna incontrava i due ucraini nel panificio e non aveva esitato a fermarsi a bere con loro e a chiacchierare con il titolare davanti al bancone. Era invece pare una abitudine consolidata a quell'ora incontrarsi nel negozio per bere qualche birra e mangiare un po' di pizza per Disar, artigiano con piccoli precedenti alle spalle che viveva in zona e si occupava perlopiù di installare e riparare tapparelle e per l'amico dell'uomo, Kioresko, anche lui abituato ad arrangiarsi in giro con qualche lavoretto e pure reduce da passati guai con la giustizia. Erano lì tutti e tre da quasi due ore quando sono stati raggiunti dall'assassino, un italiano che si è messo a conversare con loro. L'ira dell'uomo è esplosa durante un brevissimo scambio di battute con i due uomini ucraini, una discussione banale e del tutto estemporanea secondo la moldava. È allora che ha tirato fuori dal giubbotto una pistola, l'ha puntata prima contro il 49enne e ha iniziato a sparare.

Sei i colpi di pistola partiti dall'arma: Disar si è accasciato subito al suolo, mentre Kioresko ha fatto pochi passi prima di cadere a terra esanime.

L'assassino quindi è scappato con l'arma in pugno. La zona è piena di telecamere e accanto al panificio c'è anche una banca, difficile pensare che la sua fuga possa durare a lungo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica