Ritardi per i talloncini antifrode e code agli uffici anagrafe. Polemiche sul silenzio elettorale. Protestano anche i trans: basta con i registri divisi per sesso

Sezione 535, scuola Piazzi di Palermo, alle 8,45 Sergio Mattarella è il primo dei big a votare, nella giornata che chiama alle urne quasi 51 milioni di italiani, compresi i 2.682mila neomaggiorenni che lo fanno per la prima volta

Ritardi per i talloncini antifrode e code agli uffici anagrafe. Polemiche sul silenzio elettorale. Protestano anche i trans: basta con i registri divisi per sesso

Sezione 535, scuola Piazzi di Palermo, alle 8,45 Sergio Mattarella è il primo dei big a votare, nella giornata che chiama alle urne quasi 51 milioni di italiani, compresi i 2.682mila neomaggiorenni che lo fanno per la prima volta. Un applauso per il presidente della Repubblica, completo scuro e cravatta azzurra, che infila la scheda nell'urna. Quando lascia in seggio saluta senza dichiarazioni, per poi fermarsi davanti alla lapide per il giudice Cesare Terranova, trucidato dalla mafia nel 79 con l'autista Lenin Mancuso.

Mattarella è tra i pochi a rispettare il silenzio elettorale e scoppiano le solite polemiche. Muti e istituzionali votano la presidente veneta del Senato Maria Elisabetta Casellati, a Potenza perché può farlo come capolista di Fi, e a Posillipo il presidente napoletano della Camera Roberto Fico.

Ligio alla regola della bocca chiusa il premier Mario Draghi, che nel pomeriggio arriva al liceo romano Mameli, in maglietta blu sotto la giacca dello stesso colore. «Non è il momento dei commenti, ma quello di votare», è l'unica cosa che dice il capo del governo uscente, accolto da un applauso di ringraziamento. Si mette in fila con gli uomini, mentre la moglie Serenella entra in quella femminile. «Niente parità di genere nei seggi: il maschio supera anche 10 donne se le trova in fila. Perché noi siamo di più, no? Dicono che dipende dagli elenchi divisi per sesso del Viminale. E che senso ha?», sbotta una signora da mezz'ora in attesa. Contro le liste rosa e azzurre protesta il Partito Gay, sottolineando in particolare i problemi delle persone transgender. «Migliaia di persone aventi diritto al voto non hanno documenti conformi alla propria identità», dice il portavoce Fabrizio Marrazzo. E Cathy La Torre avvocata e attivista della comunità Lgbt preannuncia querela, raccontando su Fb di essere stata insultata da uno scrutatore per la divisione in file tra maschi e femmine, che ha fatto intervenire le forze dell'ordine.

Ad allungare le code c'è anche il tagliando antifrode, introdotto dal Rosatellum e sperimentato nelle politiche del 2018: ha un codice alfanumerico per impedire la sostituzione delle schede, ma complica la procedura. Da Fdi accusano la ministra Lamorgese e parlano di rischio annullamento del voto.

Nella capitale le code si vedono e Giorgia Meloni rinuncia al voto previsto in mattinata, per troppa ressa alla Scuola Vittorio Bachelet, e rinvia l'appuntamento in serata. Poco prima fotografi e operatori tv fanno spostare il tavolino per riprendere meglio la leader di Fdi e quando lo scrutatore tira via l'urna si disperdono alcune schede. La presidente del seggio allontana tutti i non elettori. «Non si può votare in queste condizioni». La leader di Fdi su Tik tok «rompe» scherzosamente il silenzio elettorale con la sua immagine che tiene due meloni all'altezza del seno e la frase, con strizzata d'occhio: «E ho detto tutto».

A Roma, ore 9,30,il segretario Pd Enrico Letta vota al Testaccio ed esce con il pollice alzato, fa selfie con gli elettori e si allontana con un: «Ciao, buona domenica». Allo liceo Virgilio del centro romano, il leader del M5s Giuseppe Conte si dimentica di riprendere i documenti dopo il voto. «Mi avete confuso», rimprovera i giornalisti.

A Milano Silvio Berlusconi, arriva a via Rovani in tarda mattinata, mano nella mano con la compagna Marta Fascina: «Mai visto una fila così per votare». Una signora s'indispettisce e chiede se il presidente di Forza Italia stia rispettando la fila. «Fa la coda per gli uomini, come tutti», interviene Licia Ronzulli. Il leader del Carroccio, in gilet blu, vota di prima mattina in via Martinetti. Carlo Calenda arriva con la scheda in mano e la moglie Violante. Si confessa «angosciato», anche il leader di Azione ha rotto il silenzio elettorale sui social.

L'alleato di Iv Matteo Renzi alle 9 è già al seggio di Firenze, con la moglie Agnese. A Fiuggi vota il coordinatore azzurro Antonio Tajani, gli avversari Nicola Fratoianni (Si) e Angelo Bonelli(Verdi) a Foligno e a Ostia, a Napoli il leader di Leu Roberto Speranza, a Roma Emma Bonino.

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