"Siamo in alto mare...". A rischio il salva-bollette

Difficile che si possano partorire le nuove norme anti-ricari prima del voto sul Quirinale: si va verso uno slittamento. Ma Salvini va in pressing: "Cdm in settimana"

"Siamo in alto mare...". A rischio il salva-bollette

Il pacchetto di nuovi provvedimenti contro il caro bollette va verso uno slittamento. Stando a quanto riferito da una fonte del ministero dell'Economia all'Adnkronos, la situazione è ancora ingarbugliata e dunque appare abbastanza complicato che si possa arrivare a chiudere il testo già nella giornata di giovedì. "Siamo in alto mare, difficile, se non impossibile, si riesca...", fa sapere una fonte del Mef. All'inizio si parlava di un Consiglio dei ministri per giovedì, con un intervento contenuto nell'ordine di 1-2 miliardi di euro.

Con il passare delle ore quindi viene sempre più esclusa la possibilità di partorire le nuove norme anti-rincari prima dell'inizio del voto per il Quirinale, fissato per lunedì 24 gennaio. Ma su questo fronte Matteo Salvini non vuole concedere rinvii e perdite di tempo: il leader della Lega ha invitato ad accelerare senza dare spazio a ulteriori ostacoli. "Chiediamo un intervento in Consiglio dei ministri già in settimana. Da mesi chiediamo di intervenire per bloccare i rincari di luce e gas, non solo per le famiglie ma anche per le imprese. L'emergenza ora riguarda loro", ha dichiarato Salvini.

Il piano del governo

L'intenzione del governo resta comunque quella di accelerare, come dimostrano le continue riunioni tecniche sul tema. Il pressing dei partiti di maggioranza resta alto e aumenta progressivamente: si continua a lavorare sul dossier bollette tenendo in considerazione diverse opzioni, tra cui quella di destinare i proventi delle aste per le emissioni di Co2 a mitigare i rincari di luce e gas.

Quest'ultima è un'ipotesi che è stata confermata da Roberto Cingolani, ministro della Transizione ecologica: "Il risparmio in questo caso potrebbe essere di 1,5 miliardi di euro anche se il prezzo della Co2 cambia. La metà di questi proventi sono in capo al Mite, quindi 700-800 milioni. Noi abbiamo già deciso di dedicarli all'abbattimento del costo della bolletta. L'altra meta è in quota Mef che sta valutando in maniera sinergica l'utilizzo di questi fondi per la stessa motivazione".

Più complicata invece la strada di un contributo dei grandi gruppi, anche se dall'esecutivo spiegano che "c'è ampia convergenza politica" su proposte come il contributo di solidarietà da chiedere ai produttori, l'azzeramento dell'Iva e gli extra profitti. Non a caso è stato proprio il premier Mario Draghi ad aver sottolineato più volte l'esigenza di chiedere a coloro che hanno fatto grandi profitti dall'aumento dei prezzi di condividerli.

Il tavolo a Palazzo Chigi

Matteo Salvini ha ribadito la necessità di convocare a Palazzo Chigi un tavolo urgente sull'energia.

Nella giornata di domani ci sarà un tavolo al ministero dello Sviluppo economico per iniziativa di Giancarlo Giorgetti, ma la priorità della Lega resta quella di dare vita a un decreto legge urgente con i primi interventi. "Se c'è l'emergenza sanitaria c'è anche quella energetica", ha aggiunto Salvini.

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